domenica, luglio 08, 2007

Spesso ostacolo al relazionarsi con esponenti interessanti dell'altro sesso non sono le più comuni patologie sociali, come la pulsione ad inserire in ogni frase la parola "mantelloporcello", o la difficoltà a rimanere più di 3 minuti senza fare una ruota nudi. A volte dinamiche subdole e inaspettate come la cosiddetta "timidezza" possono giocare un ruolo incredibilmente importante in questo gioco. Per chi non fosse familiare con il termine, riporto di seguito la definizione che del termine "timidezza" riporta il bestseller del prof. Giar Giglo "Glossario del Fallimento. Dalla A di A volte mi rendo conto che sei come un fratello per me alla Z di Zitto sta per cominciare la pubblicità":

Timidezza: Stato emotivo proprio di soggetti scientificamente definiti “sfigati”. Assolutamente incontrastabile e autorigenerante, in caso di tentativo di superamento della patologia da parte del soggetto affetto, lo farà risultare all'esterno spocchioso e incontrollato. Dopo un'iniziale ebbra quanto fittizia sensazione di rivalsa verso il mondo, questi si accorgerà che le sue mani sono diventate due totani umidi, e che le sue orecchie hanno ustionato parte del suo cuoio capelluto. In una questione di secondi da tale presa di coscienza verrà compromesso contemporaneamente il controllo dello sfintere e dell'esofago.

Muovendo i primi passi verso la risoluzione di tale problema, ci siamo imbattuti in una serie di stutture nate proprio in risposta a questo problema, che, a loro modo, fanno un grande e importantissimo lavoro, a livello sociale. (Nella foto qui a sinistra alcuni pazienti durante un'esercitazione di gruppo all'interno della clinica San Pudore, fondata dal visionario psicologo Travis Natica, nella foto sotto insieme a due suoi assistenti mentre spiega modi alternativi di esprimere il proprio amore per lo sport). Tuttavia tali organizzazioni si preoccupano del problema in un'ottica del tutto generica. Occuparci in tale sede di questa vera e propria piaga della moderna società inquadrandola in un contesto ben più ristretto come quello del corteggiamento ci sembra dunque obbligatorio.



5 tecniche di dissimulazione della timidezza:


  • Quando venite interpellati, per controllare il vostro primario impulso a farfugliare qualcosa che offenda chiunque in maniera involontaria quanto grave, stringetevi la lingua fra i denti fino a sentire il sapore salato e caldo del sangue. Estraniandovi completamente dal contesto, mentre gli altri vi guardano aspettando una vostra risposta, cominciate a fissare la ragazza. Un volta che il lasso di tempo socialmente accettato come “ci sta pensando” sarà ampiamente superato, contraete molto lentamente le labbra in un sorriso e fate scendere un rivolo di sangue dall'angolo della bocca.
  • Per celare il rossore che con assoluta certezza vi inonderà le gote durante una conversazione con la vostra preda, qualora il fondotinta sia colato via ad impreziosire la camicia di salmonici aloni, cercate di attirare altrove la sua attenzione. Mentre parlate raccogliete un sasso e tiratelo alle sue spalle facendo finta di nulla. Quando questo toccherà terra lanciate uno sguardo allarmato dietro di lei ed esclamate “L'hai sentito anche tu?”.
  • Al vostro primo appuntamento non presentatevi, ma lasciate al vostro posto un bigliettino con un indovinello che contiene un indizio su dove trovarvi. Nel posto indicato lasciate un altro bigliettino e così via, fino ad arrivare ad un biglietto che contiene solo offese pesantissime sui suoi cari. Osservate tutto dall'esterno mescolandovi tra la gente camuffato con un grembiule da chef. Ogni volta che lei sembra stare per riconoscervi, urlate “Un sgisgidefuagrà (mi raccomando che sia un nome inventato e ai limiti del verosimile) al tavolo 2!” e affrettate il passo.
  • Per nascondere il disagio che lei potrebbe facilmente leggere nel vostro sguardo, stropicciatevi vigorosamente gli occhi per l'intera durata del vostro incontro, anche mentre camminate per strada a suo fianco, mentre mangiate (senza mani, direttamente dal piatto), mentre guidate.
  • Per equiparare il suo stato di disagio al vostro, durante ogni minima pausa nel suo discorso, mormorate con aria sognante un nome di donna. Ad ogni richiesta di spiegazioni, rispondete con un'estemporanea imitazione di Elvis.
Al di là di questi intuitivi consigli più legati al buonsenso, in realtà, che a studi scientifici, abbiamo chiesto al nostro team di ricerca di teorizzare una tecnica che senza un eccessivo sforzo premettesse anche ai soggetti più timidi di riuscire a superare questa tremenda difficoltà. Dopo mesi di sperimentazione tenuta gelosamente segreta dall'equipe in questione, giusto una settimana fa ho trovato sulla mia scrivania un corposo fascicolo contenente ipotesi, teorie, sperimentazioni e testimonianze intorno a quello che è stato chiamato

IL PROGETTO GABBO

Partendo dai risultati di una serie di test condotti su soggetti cosiddetti “sfigati” si è giunti all'assunto che la timidezza è generata fondamentalmente dall'incapacità di sostenere l'attenzione, e quindi lo sguardo, di un'altra persona. Una sensazione di disagio e pochezza investe i soggetti che si ritrovano presto a farfugliare aneddoti umilianti che li riguardano o prodigarsi in critiche meschine. La soluzione al problema timidezza deve quindi necessariamente partire da questo elemento. E proprio perchè la soluzione più semplice spesso in questi casi è la risposta giusta, ci siamo posti la seguente domanda: cos'è che distoglie l'attenzione dal nostro sguardo durante una conversazione, e nello stesso tempo può consistere un intrigante elemento di intrattenimento? La risposta ci è parsa scontata.

Ma ne parleremo nel prossimo intervento.

In chiusura, la posta.

Anonimo ha mormorato con voce impastata...
Caro dottori
ie era un farfallina, ma no un farfallina fatta di ali e colori variopinti, ie era fatta de farine collograno duro, una di quelle che cuoce in 7 minuti al denta, poi se tu me voi moscia me coce pe otta, ma io non me frega, basta che tu non me lascia nel piatta... insomma ie te scrive perchè l'altro giorno nella credenze di ho visto une bello giovane di granodure, tutto gialle a righe simmetricissime... ho sapute che lui era uno certo Rigatono, che era pure famoso perchè si era schiantate su una magliette ed era rimasto li, o qualcosa del genera, non so qualcosa che fa sorrisa... insomma io me ere impastata per lui, ma stiamo in due confezioni diverse... come poteve ie fare per fare 4 salti in padella con lui?

io spero tu aiuta di me, io se no non sorrisa più.

farfallina

Cara farfallina, la questione che ci poni è alquanto, alquanto spinosa. Ho scelto la tua lettera tra le migliaia che arrivano ogni settimana in redazione da parte di lettrici scotte di lui, tutte colme di amorosa disperazione e di ormonali sconvolgimenti. Più e più volte i nostri esperti hanno studiato la situazione, sia mettendo mano ai documenti che riguardano il rigatono (attingendo anche al mercato nero delle bozze e dei fogli stracciati), sia cercando di contattarlo pesonalmente. Tutto quello che sono riusciti a fare è stato raggiungerlo al telefono per pochi secondi. Riporto di seguito la trascrizione della conversazione:

-suoni di digitazione del numero-
-primo squillo a vuoto-
-secondo squillo a vuoto-
-terzo squillo a vuoto, interrotto dal suono della cornetta sollevata-
Rigatono: "Prionte?"
Manuale Del Rimorchio: "Pronto, con chi parlo?"
R: "Ie Rigatono."
MDR: "Ah salve signor rigatono, finalmente riesco a parlarle!"
R: "Millanzana? Prionte? Esi tu? Pummarolo? Poteto tornare par faviore? Esi Pepperono?"
MDR: "Hem no veramente siamo del Manuale Del.."
R: "Oh.. no ese berdura, no ese ortagia? Alora abete de sbaliato numiero."
MDR: "Ma signor.."
-suono della cornetta agganciata-

L'insondabilità del soggetto ci ha posto fino ad ora dunque di fronte ad un muro invalicabile. Ci dispiace. Non appena avremo una qualche novità al riguardo vi contatteremo personalmente.

CnFenix ha urlato ad almeno 3 dei 4 venti...
Ma lol Rocca Reciproca è palesemente ispirato alla mia amatissima (si fa per dire eh...) Rocca Priora, detta pure la Montagna del Sapone, o anche "locu'ncima". Pretendo i diritti d'autore per l'ispirazione, o magari una maglietta gratis del Rigatono!
Caro CnFenix, sorvolando sulle assurde richieste di vestiario che avanzi (evidentemente sotto l'effetto di qualche droga in via di sperimentazione), neghiamo nel modo più assoluto che Rocca Reciproca sia ispirata ad una qualsivoglia località terza. Peraltro col tuo intervento hai dato vita ad un trascorso legale che ci accompagnerà tutta l'estate, dal momento dei roccareciprochesi hanno inviato varie lettere di protesta in redazione. Questo di persè non sarebbe tanto grave, non fosse che a rocca reciproca la posta non è ancora stata inventata e i messaggi vengono scritti e recapitati su missili cruiser (il che ha tra l'altro relegato tale popolazione nella più stretta delle isolazioni). Presto riceverai a casa una convocazione in tribunale. Spedita dal municipio di Rocca Reciproca.

Al prossimo aggiornamento, con la rivelazione del Progetto Gabbo.