domenica, settembre 09, 2007

Nel precedente intervento vi abbiamo lasciato con una questione in sospeso. Durante questi mesi di pausa ci è stato possibile elaborare in una forma comprensibile e priva della parola "collotolissima" un testo che riuscisse a spiegare in maniera esauriente di cosa si occupa quello che è stato da noi battezzato..

IL PROGETTO GABBO
Il progetto gabbo è, come accennato nell'intervento precedente, un programma sperimentale di recupero ed assistenza a soggetti affetti dal morbo della timidezza. Una delle manifestazioni più comuni e devastanti di questo flagello della società è la difficoltà che i malati trovano nel sostenere lo sguardo altrui. Sempre nel precedente intervento abbiamo individuato alcuni palliativi a questo problema, tuttavia, per aggirare in maniera sicura e soddisfacente il nucleo della questione, è stato individuato un metodo infallibile:
il ventriloquismo.

cenni di storia del ventriloquismo
Il ventriloquismo fu, come per tante altre illuminanti scoperte scientifiche come l'acceleratore di particelle o il bagnoschiuma all'ananas, una scoperta del tutto casuale. All'inizio dell'800 il Dr. Rubens Asparago si trovava nel suo studio medico a domicilio (un'altra sua invenzione meno fortunata e della quale fu tra l'altro l'unico fruitore, che consisteva nel far trainare una struttura in muratura attrezzata per ogni emergenza medica da duecentosedici giumente), quando, proprio nel mezzo di un normalissimo esame della prostata, vide spirare dinanzi a sè il paziente. Pochi istanti dopo la macabra scoperta, la sua aiutante ed infermiera irruppe nello studio senza bussare. Racconta il Dr. Rubens nella sua celebre autobiografia "Come ho inventato il ventriloquismo - Ma anche lo studio medico a domicilio non era da buttare, dai" che fu una rezione immediata ed istintiva quella che lo spinse ad imitare la voce del paziente e, sfruttando la mascherina che celava le sue labbra, cominciare ad inveire nei confronti della giovane maleducata scuotendo il corpo esanime del poveretto.

Nel corso del secolo l'arte del ventriloquio si espanse ed affinò in maniera incredibile, soprattutto da quando, all'inizio del 900, si cominciarono ad usare pupazzi finti e non più cadaveri di pazienti con la prostata infiammata.
La storia di questa pratica, nemmeno a dirlo, è colma di sperimentazioni, strani racconti ed inaspettate rivelazioni a sfondo storico.

Per quanto ci riguarda, le testimonianze che abbiamo raccolto in fase di sperimentazione sono state tutte decisamente entusiaste, e proprio tramite queste siamo riusciti a giungere alla composizione di una sorta di "metodo" infallibile.

Punto uno: la presentazione.
Si arriva vicino alla preda con una valigia nella quale è riposto il nostro fedele pupazzo. Dato che per i soggetti timidi ogni tentativo di rompere il ghiaccio ha esiti per lo più patetici, è inutile incartarsi in strane presentazioni. La prima frase che dovrete rivolgerle è "ciao. ti voglio presentare un amico." Cercate di fare sì che rimanga sempre evidente chi tra di voi è il pupazzo (in foto, un evidente caso di confusione di ruoli).

Punto due: dialettica col sintetico.
Questo punto è molto delicato e decisamente quello in cui più variabili sono in gioco. Da quanto risulta dai rapporti della nostra equipe sul campo, 3 sono le tipologie più indicate di rapportazione con il vostro amico:
1 - Amicizia: un fruttuoso scambio di complimenti con il pupazzo non farà altro che esaltare a vicenda le vostre qualità. Potrete mettere in evidenza la sua lucentezza dopo la mano di cera che gli avete dato, mentre lui si soffermerà ad elogiare il vostro tocco delicato. Non esagerate in questo senso, o potrete incorrere nell'errore di Frederick Numa e del suo pupazzo, il Caporale Carl (in foto).
2 - Rivalità: mettetevi immediatamente in competizione con il vostro pupazzo, che cercherà di soffiarvi la ragazza da sotto il naso. In una escalation di offese personali potete anche ignorare l'immobilità delle vostre labbra quando a parlare è il pupazzo. Quando sarete arrivati ad urlare contro di lui offese che vi riguardano, la complessità della situazione e la vostra capacità di farvi valere all'interno di essa la colpiranno senza pietà.
3 - Eroismo: questa modalità presuppone che voi e la marionetta non vi presentiate come amici. Vi dovrete sedere, pupazzo già alla mano, su una sedia vicina a quella del vostro bersaglio. Facendo finta di niente, lo avvicinate lentamente a lei, emettendo borborigmi e mugugni da maniaco. A quel punto, dopo avergli fato allungare le mani un paio di volte sul decoltè della sua povera vittima, lanciateglielo addosso e subito scagliatevi a vostra volta sui loro corpi avvinghiarti, ingaggiando un'impietosa scazzottata con la marionetta. Inutile dire l'effetto devastante che questa pratica avrà sul suo equilibrio ormonale.

Punto tre: l'uscita di scena.
Una volta che il rapporto con lei sarà instaurato, è importante non uscire mai dal personaggio, anzi, prendete come serie offese le sue domande sul vostro presunto "pupazzo". Quando sarà il momento e avrete conquistato abbastanza familiartià con la preda, fatelo uscire di scena con la scusa di un impegno urgente (la telefonata di un parente in crisi respiratoria, dissenteria) e, dopo averlo riposto nella custodia, continuate la conversazione.

Inutile nascondere che, anche a causa della mutevolezza e della varietà dell'animo umano, ci siamo trovati più d'una volta di fronte a delle verie e proprie anomalie. Come quella del caso del signor Tobias Duk, che mentre parlava con la sua marionetta di fronte alla preda, da un paio di frasi buttate lì dal pupazzo ha scoperto di essere sieropositivo e di aver rimosso la cosa in seguito ad uno shock emotivo. O come quella di Fabius Dillinger che, evidentemente ancora non pronto a far uscire di scena il suo pupazzo, nella confusione e nell'imbarazzo ha chiuso se stesso nella custodia lasciando la marionetta sulla sedia e non ne è mai uscito in preda alla vergogna. In compenso però Tok-tok, il pupazzo, ha cominciato una fortunata storia d'amore con la ragazza che Fabius aveva adocchiato, e adesso vive con lei e la figlia nata dalla loro unione (foto).

Sentitevi liberi, come sempre, di raccontarci le vostre esperienze.
Al prossimo aggiornamento!