Nel precedente intervento vi abbiamo lasciato con una questione in sospeso. Durante questi mesi di pausa ci è stato possibile elaborare in una forma comprensibile e priva della parola "collotolissima" un testo che riuscisse a spiegare in maniera esauriente di cosa si occupa quello che è stato da noi battezzato..
IL PROGETTO GABBO
Il progetto gabbo è, come accennato nell'intervento precedente, un programma sperimentale di recupero ed assistenza a soggetti affetti dal morbo della timidezza. Una delle manifestazioni più comuni e devastanti di questo flagello della società è la difficoltà che i malati trovano nel sostenere lo sguardo altrui. Sempre nel precedente intervento abbiamo individuato alcuni palliativi a questo problema, tuttavia, per aggirare in maniera sicura e soddisfacente il nucleo della questione, è stato individuato un metodo infallibile:
il ventriloquismo.
cenni di storia del ventriloquismo
Il ventriloquismo fu, come per tante altre illuminanti scoperte scientifiche come l'acceleratore di particelle o il bagnoschiuma all'ananas, una scoperta del tutto casuale. All'inizio dell'800 il Dr. Rubens Asparago si trovava nel suo studio medico a domicilio (un'altra sua invenzione meno fortunata e della quale fu tra l'altro l'unico fruitore, che consisteva nel far trainare una struttura in muratura attrezzata per ogni emergenza medica da duecentosedici giumente), quando, proprio nel mezzo di un normalissimo esame della prostata, vide spirare dinanzi a sè il paziente. Pochi istanti dopo la macabra scoperta, la sua aiutante ed infermiera irruppe nello studio senza bussare. Racconta il Dr. Rubens nella sua celebre autobiografia "Come ho inventato il ventriloquismo - Ma anche lo studio medico a domicilio non era da buttare, dai" che fu una rezione immediata ed istintiva quella che lo spinse ad imitare la voce del paziente e, sfruttando la mascherina che celava le sue labbra, cominciare ad inveire nei confronti della giovane maleducata scuotendo il corpo esanime del poveretto.
Nel corso del secolo l'arte del ventriloquio si espanse ed affinò in maniera incredibile, soprattutto da quando, all'inizio del 900, si cominciarono ad usare pupazzi finti e non più cadaveri di pazienti con la prostata infiammata.
La storia di questa pratica, nemmeno a dirlo, è colma di sperimentazioni, strani racconti ed inaspettate rivelazioni a sfondo storico.
Per quanto ci riguarda, le testimonianze che abbiamo raccolto in fase di sperimentazione sono state tutte decisamente entusiaste, e proprio tramite queste siamo riusciti a giungere alla composizione di una sorta di "metodo" infallibile.
Punto uno: la presentazione.
Si arriva vicino alla preda con una valigia nella quale è riposto il nostro fedele pupazzo. Dato che per i soggetti timidi ogni tentativo di rompere il ghiaccio ha esiti per lo più patetici, è inutile incartarsi in strane presentazioni. La prima frase che dovrete rivolgerle è "ciao. ti voglio presentare un amico." Cercate di fare sì che rimanga sempre evidente chi tra di voi è il pupazzo (in foto, un evidente caso di confusione di ruoli).
Punto due: dialettica col sintetico.
Questo punto è molto delicato e decisamente quello in cui più variabili sono in gioco. Da quanto risulta dai rapporti della nostra equipe sul campo, 3 sono le tipologie più indicate di rapportazione con il vostro amico:
1 - Amicizia: un fruttuoso scambio di complimenti con il pupazzo non farà altro che esaltare a vicenda le vostre qualità. Potrete mettere in evidenza la sua lucentezza dopo la mano di cera che gli avete dato, mentre lui si soffermerà ad elogiare il vostro tocco delicato. Non esagerate in questo senso, o potrete incorrere nell'errore di Frederick Numa e del suo pupazzo, il Caporale Carl (in foto).
2 - Rivalità: mettetevi immediatamente in competizione con il vostro pupazzo, che cercherà di soffiarvi la ragazza da sotto il naso. In una escalation di offese personali potete anche ignorare l'immobilità delle vostre labbra quando a parlare è il pupazzo. Quando sarete arrivati ad urlare contro di lui offese che vi riguardano, la complessità della situazione e la vostra capacità di farvi valere all'interno di essa la colpiranno senza pietà.
3 - Eroismo: questa modalità presuppone che voi e la marionetta non vi presentiate come amici. Vi dovrete sedere, pupazzo già alla mano, su una sedia vicina a quella del vostro bersaglio. Facendo finta di niente, lo avvicinate lentamente a lei, emettendo borborigmi e mugugni da maniaco. A quel punto, dopo avergli fato allungare le mani un paio di volte sul decoltè della sua povera vittima, lanciateglielo addosso e subito scagliatevi a vostra volta sui loro corpi avvinghiarti, ingaggiando un'impietosa scazzottata con la marionetta. Inutile dire l'effetto devastante che questa pratica avrà sul suo equilibrio ormonale.
Punto tre: l'uscita di scena.
Una volta che il rapporto con lei sarà instaurato, è importante non uscire mai dal personaggio, anzi, prendete come serie offese le sue domande sul vostro presunto "pupazzo". Quando sarà il momento e avrete conquistato abbastanza familiartià con la preda, fatelo uscire di scena con la scusa di un impegno urgente (la telefonata di un parente in crisi respiratoria, dissenteria) e, dopo averlo riposto nella custodia, continuate la conversazione.
Inutile nascondere che, anche a causa della mutevolezza e della varietà dell'animo umano, ci siamo trovati più d'una volta di fronte a delle verie e proprie anomalie. Come quella del caso del signor Tobias Duk, che mentre parlava con la sua marionetta di fronte alla preda, da un paio di frasi buttate lì dal pupazzo ha scoperto di essere sieropositivo e di aver rimosso la cosa in seguito ad uno shock emotivo. O come quella di Fabius Dillinger che, evidentemente ancora non pronto a far uscire di scena il suo pupazzo, nella confusione e nell'imbarazzo ha chiuso se stesso nella custodia lasciando la marionetta sulla sedia e non ne è mai uscito in preda alla vergogna. In compenso però Tok-tok, il pupazzo, ha cominciato una fortunata storia d'amore con la ragazza che Fabius aveva adocchiato, e adesso vive con lei e la figlia nata dalla loro unione (foto).
Sentitevi liberi, come sempre, di raccontarci le vostre esperienze.
Al prossimo aggiornamento!
domenica, settembre 09, 2007
domenica, luglio 08, 2007
Spesso ostacolo al relazionarsi con esponenti interessanti dell'altro sesso non sono le più comuni patologie sociali, come la pulsione ad inserire in ogni frase la parola "mantelloporcello", o la difficoltà a rimanere più di 3 minuti senza fare una ruota nudi. A volte dinamiche subdole e inaspettate come la cosiddetta "timidezza" possono giocare un ruolo incredibilmente importante in questo gioco. Per chi non fosse familiare con il termine, riporto di seguito la definizione che del termine "timidezza" riporta il bestseller del prof. Giar Giglo "Glossario del Fallimento. Dalla A di A volte mi rendo conto che sei come un fratello per me alla Z di Zitto sta per cominciare la pubblicità":
Timidezza: Stato emotivo proprio di soggetti scientificamente definiti “sfigati”. Assolutamente incontrastabile e autorigenerante, in caso di tentativo di superamento della patologia da parte del soggetto affetto, lo farà risultare all'esterno spocchioso e incontrollato. Dopo un'iniziale ebbra quanto fittizia sensazione di rivalsa verso il mondo, questi si accorgerà che le sue mani sono diventate due totani umidi, e che le sue orecchie hanno ustionato parte del suo cuoio capelluto. In una questione di secondi da tale presa di coscienza verrà compromesso contemporaneamente il controllo dello sfintere e dell'esofago.
5 tecniche di dissimulazione della timidezza:
IL PROGETTO GABBO
Partendo dai risultati di una serie di test condotti su soggetti cosiddetti “sfigati” si è giunti all'assunto che la timidezza è generata fondamentalmente dall'incapacità di sostenere l'attenzione, e quindi lo sguardo, di un'altra persona. Una sensazione di disagio e pochezza investe i soggetti che si ritrovano presto a farfugliare aneddoti umilianti che li riguardano o prodigarsi in critiche meschine. La soluzione al problema timidezza deve quindi necessariamente partire da questo elemento. E proprio perchè la soluzione più semplice spesso in questi casi è la risposta giusta, ci siamo posti la seguente domanda: cos'è che distoglie l'attenzione dal nostro sguardo durante una conversazione, e nello stesso tempo può consistere un intrigante elemento di intrattenimento? La risposta ci è parsa scontata.
Ma ne parleremo nel prossimo intervento.
In chiusura, la posta.
Anonimo ha mormorato con voce impastata...
Caro dottori
ie era un farfallina, ma no un farfallina fatta di ali e colori variopinti, ie era fatta de farine collograno duro, una di quelle che cuoce in 7 minuti al denta, poi se tu me voi moscia me coce pe otta, ma io non me frega, basta che tu non me lascia nel piatta... insomma ie te scrive perchè l'altro giorno nella credenze di ho visto une bello giovane di granodure, tutto gialle a righe simmetricissime... ho sapute che lui era uno certo Rigatono, che era pure famoso perchè si era schiantate su una magliette ed era rimasto li, o qualcosa del genera, non so qualcosa che fa sorrisa... insomma io me ere impastata per lui, ma stiamo in due confezioni diverse... come poteve ie fare per fare 4 salti in padella con lui?
io spero tu aiuta di me, io se no non sorrisa più.
farfallina
Cara farfallina, la questione che ci poni è alquanto, alquanto spinosa. Ho scelto la tua lettera tra le migliaia che arrivano ogni settimana in redazione da parte di lettrici scotte di lui, tutte colme di amorosa disperazione e di ormonali sconvolgimenti. Più e più volte i nostri esperti hanno studiato la situazione, sia mettendo mano ai documenti che riguardano il rigatono (attingendo anche al mercato nero delle bozze e dei fogli stracciati), sia cercando di contattarlo pesonalmente. Tutto quello che sono riusciti a fare è stato raggiungerlo al telefono per pochi secondi. Riporto di seguito la trascrizione della conversazione:
-suoni di digitazione del numero-
-primo squillo a vuoto-
-secondo squillo a vuoto-
-terzo squillo a vuoto, interrotto dal suono della cornetta sollevata-
Rigatono: "Prionte?"
Manuale Del Rimorchio: "Pronto, con chi parlo?"
R: "Ie Rigatono."
MDR: "Ah salve signor rigatono, finalmente riesco a parlarle!"
R: "Millanzana? Prionte? Esi tu? Pummarolo? Poteto tornare par faviore? Esi Pepperono?"
MDR: "Hem no veramente siamo del Manuale Del.."
R: "Oh.. no ese berdura, no ese ortagia? Alora abete de sbaliato numiero."
MDR: "Ma signor.."
-suono della cornetta agganciata-
L'insondabilità del soggetto ci ha posto fino ad ora dunque di fronte ad un muro invalicabile. Ci dispiace. Non appena avremo una qualche novità al riguardo vi contatteremo personalmente.
Al prossimo aggiornamento, con la rivelazione del Progetto Gabbo.
Timidezza: Stato emotivo proprio di soggetti scientificamente definiti “sfigati”. Assolutamente incontrastabile e autorigenerante, in caso di tentativo di superamento della patologia da parte del soggetto affetto, lo farà risultare all'esterno spocchioso e incontrollato. Dopo un'iniziale ebbra quanto fittizia sensazione di rivalsa verso il mondo, questi si accorgerà che le sue mani sono diventate due totani umidi, e che le sue orecchie hanno ustionato parte del suo cuoio capelluto. In una questione di secondi da tale presa di coscienza verrà compromesso contemporaneamente il controllo dello sfintere e dell'esofago.
Muovendo i primi passi verso la risoluzione di tale problema, ci siamo imbattuti in una serie di stutture nate proprio in risposta a questo problema, che, a loro modo, fanno un grande e importantissimo lavoro, a livello sociale. (Nella foto qui a sinistra alcuni pazienti durante un'esercitazione di gruppo all'interno della clinica San Pudore, fondata dal visionario psicologo Travis Natica, nella foto sotto insieme a due suoi assistenti mentre spiega modi alternativi di esprimere il proprio amore per lo sport). Tuttavia tali organizzazioni si preoccupano del problema in un'ottica del tutto generica. Occuparci in tale sede di questa vera e propria piaga della moderna società inquadrandola in un contesto ben più ristretto come quello del corteggiamento ci sembra dunque obbligatorio.
5 tecniche di dissimulazione della timidezza:
- Quando venite interpellati, per controllare il vostro primario impulso a farfugliare qualcosa che offenda chiunque in maniera involontaria quanto grave, stringetevi la lingua fra i denti fino a sentire il sapore salato e caldo del sangue. Estraniandovi completamente dal contesto, mentre gli altri vi guardano aspettando una vostra risposta, cominciate a fissare la ragazza. Un volta che il lasso di tempo socialmente accettato come “ci sta pensando” sarà ampiamente superato, contraete molto lentamente le labbra in un sorriso e fate scendere un rivolo di sangue dall'angolo della bocca.
- Per celare il rossore che con assoluta certezza vi inonderà le gote durante una conversazione con la vostra preda, qualora il fondotinta sia colato via ad impreziosire la camicia di salmonici aloni, cercate di attirare altrove la sua attenzione. Mentre parlate raccogliete un sasso e tiratelo alle sue spalle facendo finta di nulla. Quando questo toccherà terra lanciate uno sguardo allarmato dietro di lei ed esclamate “L'hai sentito anche tu?”.
- Al vostro primo appuntamento non presentatevi, ma lasciate al vostro posto un bigliettino con un indovinello che contiene un indizio su dove trovarvi. Nel posto indicato lasciate un altro bigliettino e così via, fino ad arrivare ad un biglietto che contiene solo offese pesantissime sui suoi cari. Osservate tutto dall'esterno mescolandovi tra la gente camuffato con un grembiule da chef. Ogni volta che lei sembra stare per riconoscervi, urlate “Un sgisgidefuagrà (mi raccomando che sia un nome inventato e ai limiti del verosimile) al tavolo 2!” e affrettate il passo.
- Per nascondere il disagio che lei potrebbe facilmente leggere nel vostro sguardo, stropicciatevi vigorosamente gli occhi per l'intera durata del vostro incontro, anche mentre camminate per strada a suo fianco, mentre mangiate (senza mani, direttamente dal piatto), mentre guidate.
- Per equiparare il suo stato di disagio al vostro, durante ogni minima pausa nel suo discorso, mormorate con aria sognante un nome di donna. Ad ogni richiesta di spiegazioni, rispondete con un'estemporanea imitazione di Elvis.
IL PROGETTO GABBO
Partendo dai risultati di una serie di test condotti su soggetti cosiddetti “sfigati” si è giunti all'assunto che la timidezza è generata fondamentalmente dall'incapacità di sostenere l'attenzione, e quindi lo sguardo, di un'altra persona. Una sensazione di disagio e pochezza investe i soggetti che si ritrovano presto a farfugliare aneddoti umilianti che li riguardano o prodigarsi in critiche meschine. La soluzione al problema timidezza deve quindi necessariamente partire da questo elemento. E proprio perchè la soluzione più semplice spesso in questi casi è la risposta giusta, ci siamo posti la seguente domanda: cos'è che distoglie l'attenzione dal nostro sguardo durante una conversazione, e nello stesso tempo può consistere un intrigante elemento di intrattenimento? La risposta ci è parsa scontata.
Ma ne parleremo nel prossimo intervento.
In chiusura, la posta.
Anonimo ha mormorato con voce impastata...
Caro dottori
ie era un farfallina, ma no un farfallina fatta di ali e colori variopinti, ie era fatta de farine collograno duro, una di quelle che cuoce in 7 minuti al denta, poi se tu me voi moscia me coce pe otta, ma io non me frega, basta che tu non me lascia nel piatta... insomma ie te scrive perchè l'altro giorno nella credenze di ho visto une bello giovane di granodure, tutto gialle a righe simmetricissime... ho sapute che lui era uno certo Rigatono, che era pure famoso perchè si era schiantate su una magliette ed era rimasto li, o qualcosa del genera, non so qualcosa che fa sorrisa... insomma io me ere impastata per lui, ma stiamo in due confezioni diverse... come poteve ie fare per fare 4 salti in padella con lui?
io spero tu aiuta di me, io se no non sorrisa più.
farfallina
Cara farfallina, la questione che ci poni è alquanto, alquanto spinosa. Ho scelto la tua lettera tra le migliaia che arrivano ogni settimana in redazione da parte di lettrici scotte di lui, tutte colme di amorosa disperazione e di ormonali sconvolgimenti. Più e più volte i nostri esperti hanno studiato la situazione, sia mettendo mano ai documenti che riguardano il rigatono (attingendo anche al mercato nero delle bozze e dei fogli stracciati), sia cercando di contattarlo pesonalmente. Tutto quello che sono riusciti a fare è stato raggiungerlo al telefono per pochi secondi. Riporto di seguito la trascrizione della conversazione:
-suoni di digitazione del numero-
-primo squillo a vuoto-
-secondo squillo a vuoto-
-terzo squillo a vuoto, interrotto dal suono della cornetta sollevata-
Rigatono: "Prionte?"
Manuale Del Rimorchio: "Pronto, con chi parlo?"
R: "Ie Rigatono."
MDR: "Ah salve signor rigatono, finalmente riesco a parlarle!"
R: "Millanzana? Prionte? Esi tu? Pummarolo? Poteto tornare par faviore? Esi Pepperono?"
MDR: "Hem no veramente siamo del Manuale Del.."
R: "Oh.. no ese berdura, no ese ortagia? Alora abete de sbaliato numiero."
MDR: "Ma signor.."
-suono della cornetta agganciata-
L'insondabilità del soggetto ci ha posto fino ad ora dunque di fronte ad un muro invalicabile. Ci dispiace. Non appena avremo una qualche novità al riguardo vi contatteremo personalmente.
- CnFenix ha urlato ad almeno 3 dei 4 venti...
- Ma lol Rocca Reciproca è palesemente ispirato alla mia amatissima (si fa per dire eh...) Rocca Priora, detta pure la Montagna del Sapone, o anche "locu'ncima". Pretendo i diritti d'autore per l'ispirazione, o magari una maglietta gratis del Rigatono!
Al prossimo aggiornamento, con la rivelazione del Progetto Gabbo.
mercoledì, maggio 09, 2007
Cominciamo l'intervento di quest'oggi con una missiva giuntaci il mese scorso in redazione tramite posta elettronica.
"Ciao, Manuale.
Sono Filobergo, un ragazzo di vent'anni, e abito a Rocca Reciproca, in provincia di Vicenda. Mi volevo innanzitutto complimentare con voi per i magnifici consigli che elargite su queste pagine. Ma non mi voglio dilungare in complimenti e strette di mano, e arrivo subito al punto. Sono grasso. Ma non grasso che dici vabbè è cicciottello. Sono tanto grasso che le mie mutande sono un paracadute.Tanto grasso che sul segno dell'elastico che mi lasciano vengono organizzati annualmente i mondiali di motocross. Sono tanto grasso che non mi serve lavorare, guadagno bene affittando a studenti erasmus le pieghe del mio adipe. Sono tanto grasso che se mi mettessero su una pila di materassi con in fondo un pisello, stenterei ad accorgermi della pila di materassi. Sono tanto grasso che il sarto incaricato di misurare la circonferenza del mio addome mi ha mandato una cartolina dicendo di aver rirovato i resti della spedizione precedente. Si era imbucata ad una festa erasmus. Insomma, non sono uno di quelli che si fa tanti problemi estetici, è che mi da noia avere un'atmosfera tutta mia. Ho provato vari dietologi, ma sapevano tutti di manzo e comunque non hanno alleviato la fame. Questo naturalmente, trovandoci noi in una società colma di pregiudizi e permeata da un senso estetico sinceramente deviato, mi provoca qualche problema relazionale con l'altro sesso. Quelle poche volte che sono riuscito a convincere una ragazza di essere un umano, ho ricevuto solo grida e acqua santa sul volto. Aiutatemi perchè sono stufo di andare al parco col mio maglione verde e aspettare che qualcuno mi apparecchi un picnic addosso per scambiare due parole.
Vostro, disperato, Filobergo."
Caro Filobergo, innanzitutto ti ringraziamo per i complimenti. Abbiamo apprezzato anche la foto che ci hai mandato in allegato alla tua email. Come facevi ad entrare in un'inquadratura prima di google earth? Per prima cosa ti indirizzo all'acquisto di un paio di testi fondamentali per la tua situazione. Il primo è "Rimanere se stessi conviene, se non altro per non dover rifare ogni volta tutta la trafila dei documenti" di Stan Gnaro, ricercatore dell'università di Frisbee. Il secondo è "L'autostima e altre parole che fanno rima con la parola "rima" ", di Gateau Mondieu, titolare della cattedra di semantica acrobatica in svariate università immaginarie. Come compendio a questi due libri poi è consigliata, per "persone" nella tua situazione, anche la fruizione del corso audiovisivo "Ogni volta che mangi il gelato Gesù si taglia le braccia col rasoio" uscito in fascicoli mensili con la rivista "Spranghe, benessere e ancora spranghe" ma reperibile anche nella sua interezza se ordinato alla casa editrice.
Ma certo non puoi aspettare di leggere tutte queste cose prima di "buttarti" (ti prego di non prendere alla lettera questa parola, ti ricordo che anche una minima variazione dell'orbita terrestre potrebbe significare la fine del genere umano). E allora ecco qui un pò di consigli facilmente attuabili.
5 utili consigli per soggetti sovrappeso:
Possono essere utili al fine di approcciare un membro del gentil sesso "cotiledoni e pignatte" ?
La tua domanda è posta male. Credo che intendessi chiedere "Mascherarsi da mummia al bagno quando si è soli, inciampare nel tappetino della doccia e cadendo urtare il bidet con la fronte aiuta nelle dinamiche sociali?".
Nel qual caso la risposta è senza dubbio "catadiottro".
Vi lasciamo questa volta con l'annuncio di un libro in pubblicazione in questi giorni, del quale noi vorremmo essere grandi promotori.
Si tratta di "Enigmistica per chi maschera gravi handicap con vorticose giravolte". Qui di seguito ne riportiamo una piccola anticipazione.
Trova le 3 inesattezze storiche:
Soluzioni:
Differenze:
Le capre non desiderano più mangiare dal lontano 1916, quando il fratello di Don Giuggiolo disse loro che ogni volta che mangiavano Gesù si tagliava le braccia con il rasoio.
Mi raccomando, non potete perderlo!
Al prossimo aggiornamento, passerotti!
"Ciao, Manuale.
Sono Filobergo, un ragazzo di vent'anni, e abito a Rocca Reciproca, in provincia di Vicenda. Mi volevo innanzitutto complimentare con voi per i magnifici consigli che elargite su queste pagine. Ma non mi voglio dilungare in complimenti e strette di mano, e arrivo subito al punto. Sono grasso. Ma non grasso che dici vabbè è cicciottello. Sono tanto grasso che le mie mutande sono un paracadute.Tanto grasso che sul segno dell'elastico che mi lasciano vengono organizzati annualmente i mondiali di motocross. Sono tanto grasso che non mi serve lavorare, guadagno bene affittando a studenti erasmus le pieghe del mio adipe. Sono tanto grasso che se mi mettessero su una pila di materassi con in fondo un pisello, stenterei ad accorgermi della pila di materassi. Sono tanto grasso che il sarto incaricato di misurare la circonferenza del mio addome mi ha mandato una cartolina dicendo di aver rirovato i resti della spedizione precedente. Si era imbucata ad una festa erasmus. Insomma, non sono uno di quelli che si fa tanti problemi estetici, è che mi da noia avere un'atmosfera tutta mia. Ho provato vari dietologi, ma sapevano tutti di manzo e comunque non hanno alleviato la fame. Questo naturalmente, trovandoci noi in una società colma di pregiudizi e permeata da un senso estetico sinceramente deviato, mi provoca qualche problema relazionale con l'altro sesso. Quelle poche volte che sono riuscito a convincere una ragazza di essere un umano, ho ricevuto solo grida e acqua santa sul volto. Aiutatemi perchè sono stufo di andare al parco col mio maglione verde e aspettare che qualcuno mi apparecchi un picnic addosso per scambiare due parole.
Vostro, disperato, Filobergo."
Caro Filobergo, innanzitutto ti ringraziamo per i complimenti. Abbiamo apprezzato anche la foto che ci hai mandato in allegato alla tua email. Come facevi ad entrare in un'inquadratura prima di google earth? Per prima cosa ti indirizzo all'acquisto di un paio di testi fondamentali per la tua situazione. Il primo è "Rimanere se stessi conviene, se non altro per non dover rifare ogni volta tutta la trafila dei documenti" di Stan Gnaro, ricercatore dell'università di Frisbee. Il secondo è "L'autostima e altre parole che fanno rima con la parola "rima" ", di Gateau Mondieu, titolare della cattedra di semantica acrobatica in svariate università immaginarie. Come compendio a questi due libri poi è consigliata, per "persone" nella tua situazione, anche la fruizione del corso audiovisivo "Ogni volta che mangi il gelato Gesù si taglia le braccia col rasoio" uscito in fascicoli mensili con la rivista "Spranghe, benessere e ancora spranghe" ma reperibile anche nella sua interezza se ordinato alla casa editrice.
Ma certo non puoi aspettare di leggere tutte queste cose prima di "buttarti" (ti prego di non prendere alla lettera questa parola, ti ricordo che anche una minima variazione dell'orbita terrestre potrebbe significare la fine del genere umano). E allora ecco qui un pò di consigli facilmente attuabili.
5 utili consigli per soggetti sovrappeso:
- Riempitevi le tasche di alimenti e di tanto in tanto mentre vi parla tiratene fuori uno ed assaporatelo, con aria un pò colpevole e nervosa. Poi porgetelo alla ragazza e chiedetele "un morso"? In caso di risposta affermativa infuriatevi e sudate.
- Bevete tanta acqua e poi oscillate in continuazione, provocando il classico sciaquìo. Il suono della risacca la prioetterà con la mente in un'atmosfera romantica. Consigliato in modo particolare di sera, quando, dando alle fiamme la vostra (o la sua) capigliatura, l'effetto falò sulla spiaggia farà miracoli.
- Soffiate forte col naso e non pulitevi, fissando con aria bramosa i suoi capelli.
- Incastratevi nelle porte e piangete.
- Legate stretto un laccio al vostro braccio sinistro e di fronte al suo stupore raccontatele che gli arti viola sono simbolo di fertilità in svariate culture.
Possono essere utili al fine di approcciare un membro del gentil sesso "cotiledoni e pignatte" ?
La tua domanda è posta male. Credo che intendessi chiedere "Mascherarsi da mummia al bagno quando si è soli, inciampare nel tappetino della doccia e cadendo urtare il bidet con la fronte aiuta nelle dinamiche sociali?".
Nel qual caso la risposta è senza dubbio "catadiottro".
Vi lasciamo questa volta con l'annuncio di un libro in pubblicazione in questi giorni, del quale noi vorremmo essere grandi promotori.
Si tratta di "Enigmistica per chi maschera gravi handicap con vorticose giravolte". Qui di seguito ne riportiamo una piccola anticipazione.
Trova le 3 inesattezze storiche:
Soluzioni:
- L'auto sul fondo sta chiaramente superando il muro del suono. Tale pratica si è diffusa negli automobilisti solo nel 1967, quando sir Giongiongion di Nottingmagiche decise che era ora che qualcuno lo facesse.
- Nel 1921 c'era l'obbligo di portare un cappello e di affiancarsi per strada solo a persone con un cappello non troppo diverso dal proprio. Nella foto è chiaro che tale norma non è rispettata.
- Al centro della foto c'è un uomo che alza le mani al cielo. Tuttavia fu solo nel 1932 che l'essere umano prese coscienza che il suo corpo gli permetteva di farlo, quando Don Giuggiolo, sacerdote di sangue afrocinese e guardacaso padre putativo di sir Giongiongion, si trovò a dover cambiare due lampadine contemporaneamente.
Differenze:
- La seconda foto è più a destra
- La prima foto è più a sinistra
- La seconda foto è la prima ripetuta, la prima è la prima e basta
- La seconda foto è altra rispetto alla prima
- Nella seconda foto la capra è visibilmente più frustrata
Le capre non desiderano più mangiare dal lontano 1916, quando il fratello di Don Giuggiolo disse loro che ogni volta che mangiavano Gesù si tagliava le braccia con il rasoio.
Mi raccomando, non potete perderlo!
Al prossimo aggiornamento, passerotti!
giovedì, aprile 12, 2007
mercoledì, marzo 14, 2007
Salve passerotti, cominciamo subito dedicando qui di seguito un po' di spazio alla posta.
Mi trovavo nel centro di una grande città, non importa il nome, a metà degli anni '80. All'epoca ero un giovane scapestrato, disperato proprio come lo siete voi adesso, ma con una mente molto più programmatica e degli occhiali finti giganteschi a montatura gialla che sono riuscito a tenere su solo dopo essermi rotto il naso 3 volte. Tramite una rudimentale osservazione delle abitudini femminili (pensa, non possedevo nemmeno un microscopio al'epoca! Mi arrangiavo avvicinandomi lentamente alle ragazze con una lente d'ingrandimento camuffata da fucile di precisione, urlando poesie per confonderle) avevo capito immediatamente che nel rimorchio, come in alcune arti marziali, possono esistere vari "stili", ispirati magari al regno animale. Qui di seguito, non senza una certa emozione, riporto parte degli appunti di questa rudimentale seppur efficace teoria.
Caro anonimo, (o %%$"|!%, o Armando), capirai dunque che non ha senso modificare la sovrastruttura rituale del tuo pianeta natale, quanto modificarla. Il segreto, come in ogni cosa nella vita, sta nell'adattamento, e nelle trecce del naso.
Vi saluto caldamente, ricordandovi che in edicola da questo mese, dopo il grande successo degli allegati di approfondimento "Distinguere raccapriccio, suppliche e conati disperati in una normale conversazione. E' poi così necessario?" e "Scindere corpo e mente. Quando consiste reato?" comincia ad uscire con la nostra rivista la serie di allegati ispirati al mago di Oz e organizzata con la collaborazione incrociata di due associazioni che vantano una lunga storia di stretti rapporti: la A.M.C.R. (Associazione Macellai Che Risparmiano) e la C.C.S.S. (Custodi Cimitero Senza Scrupoli).
Nella prima uscita un cuore, nella seconda un cervello, e nella terza due testicoli.
A presto, passerotti!
- Anonimo si è fermato nel bel mezzo di un rito voodoo per scrivere...
- Messaggio di massima riservatezza, alla cortese attenzione del dott. Zumbi.
- Protocollo 2567389/xyz/u986
- - I dati contenuti in questa comunicazione non devono essere trasmessi all'esterno, pericolo per la sopravvivenza di Raffaella Carrà -
- Gentile dottore ed illustri colleghi,
- ho avuto il suo indirizzo dall'ente spaziale di ricerca M.O.T.E.S.C.O.P.R.O.L.U.N.I.V.E.R.S.O, le sue referenze mondialmente riconosciute, mi offrono certezza che lei potrà risolvere i miei problemi. Mi chiamo %%$"|!% (che per il vostro linguaggio terrestre suona tipo "Armando") e vengo dal pianeta Sirio. La mia missione è creare un ibrido tra la mia specie evolutissima e la vostra razza becera, per scopi protetti dal segreto militare. Ora, normalmente sul mio pianeta la riproduzione avviene così:
- ci si alza alla prima luna di giove, si posa l'appendice iknea (che per voi corrisponde circa all'ugola) su un recettore di ormoni e dna, e il database collega ciascun individuo con il partner geneticamente ideale. Viene automaticamente prelevato il jukn (unico pelo posseduto situato sul naso, che ricresce all'istante dopo essere stato estirpato) e viene spedito in laboratorio dove, unito con quello del partner ideale, creerà il nuovo stupefacente individuo. Questa pratica consolidata da ere ed ere geologiche, capirà dottore, mi rende impreparato rispetto alle vostre arcaiche pratiche di corteggiamento terrestre, soprattutto tutte le donne a cui ho chiesto "hai uno jukn disponibile da congiungere con il mio", sono scappate via urlando per km e km.
- In ultimo, vorrei un consiglio sull'abito terrestre che indosso ( capisce mi servo di un corpo umano per presentarmi, la vostra società ortodossa non concepisce la vista di tentacoli a pois senza rabbrividire). Ultimamente mi sono impossessato del corpo di Gigi Sabani, secondo lei è adatto?
- Attendo vivamente una sua risposta, saluti da Sirio /"!$%% e come dite voi "il bagno è infondo a destra".
- - messaggio tradotto da Reeny Biuster, codice jkl8945789/d
Mi trovavo nel centro di una grande città, non importa il nome, a metà degli anni '80. All'epoca ero un giovane scapestrato, disperato proprio come lo siete voi adesso, ma con una mente molto più programmatica e degli occhiali finti giganteschi a montatura gialla che sono riuscito a tenere su solo dopo essermi rotto il naso 3 volte. Tramite una rudimentale osservazione delle abitudini femminili (pensa, non possedevo nemmeno un microscopio al'epoca! Mi arrangiavo avvicinandomi lentamente alle ragazze con una lente d'ingrandimento camuffata da fucile di precisione, urlando poesie per confonderle) avevo capito immediatamente che nel rimorchio, come in alcune arti marziali, possono esistere vari "stili", ispirati magari al regno animale. Qui di seguito, non senza una certa emozione, riporto parte degli appunti di questa rudimentale seppur efficace teoria.
- La tartaruga: Se una persona che vi vede utilizzare questo stile vi dovesse descrivere, non userebbe il termine lento, ma estenuante. Sostenete con certezza disinvolta e perchè no, un pò di quella sana e pesante ambiguità, di possedere un valido rifugio sul retro della vostra persona, e agite di conseguenza. Ogni volta che lei vi rivolge la parola, alzate la maglietta sopra la vostra testa e rimanete così per qualche minuto, per riemergere poi lentamente e con grande circospezione. Se la invitate a prendere un caffè, ovunque siate, ditele "Accomodati!" semplicemente dandole le spalle e indicando con una certa insistenza la vostra schiena. Mentre lei, incantata dalla sicureza che le offrite, esiterà, urlate all'improvviso "CAZZO attenta al terzo gradino!" e poi imitate una persona che cade dalle scale, in una rocambolesca doppia interpretazione mimico-fonetica di lei che ruzzola e contemporaneamente di voi che le urlate NOOOO!.
- Il piccione: Fate scattare la testa avanti e indietro ad ogni passo, con veemenza inaudita tanto da rendere simile a un singulto ogni vostra parola. Mentre camminate fermatevi di tanto in tanto, e raccogliete ogni cicca di sigaretta che potete trovare a terra. Masticatela e poi sputatela, mentre lei vi parla.
- Il geco: Trovate un muro fresco, e dimostratele che il silenzio e l'immobilità sono imbarazzanti solo se si vuole che lo siano.
- Il Piloro: Dato che non siete sicuri se il piloro sia una valvola dello stomaco o un animale esotico dimostratevi pesantemente dubbiosi e assorti nei pensieri.
- Il Liocorno: Non presentatevi all'appuntamento.
Caro anonimo, (o %%$"|!%, o Armando), capirai dunque che non ha senso modificare la sovrastruttura rituale del tuo pianeta natale, quanto modificarla. Il segreto, come in ogni cosa nella vita, sta nell'adattamento, e nelle trecce del naso.
- Anonimo tra un versetto satanico e l'altro ha detto...
- Finocchi.
- Kabrakarta avvolto in una bandiera di sua invenzione ha detto...
- Sono follemente innamorato della mia insegnante di Spinning Subacqueo ma non so come fare colpo su di lei.. Ho provato a farmi notare prima utilizzando un Supermotard invece della classica ciclette ma nulla..poi mi sono presentato vestito da ciclista con la maschera di Pantani ed una t-shirt con scritto "Dead" ma ancora niente..sembra che non mi voglia prendere in considerazione..
- Aiutatemi vi prego perchè sono disperato e non so che brutti gesti potrei fare, tipo incendiarmi i nei o unendoli come fossero dei puntini numerati..
- Un disperato Kabrakarta
Vi saluto caldamente, ricordandovi che in edicola da questo mese, dopo il grande successo degli allegati di approfondimento "Distinguere raccapriccio, suppliche e conati disperati in una normale conversazione. E' poi così necessario?" e "Scindere corpo e mente. Quando consiste reato?" comincia ad uscire con la nostra rivista la serie di allegati ispirati al mago di Oz e organizzata con la collaborazione incrociata di due associazioni che vantano una lunga storia di stretti rapporti: la A.M.C.R. (Associazione Macellai Che Risparmiano) e la C.C.S.S. (Custodi Cimitero Senza Scrupoli).
Nella prima uscita un cuore, nella seconda un cervello, e nella terza due testicoli.
A presto, passerotti!
domenica, marzo 04, 2007
Negli ultimi mesi è sorta nella nostra redazione una sorta di emergenza. Alla nostra casella postale sono arrivate richieste sempre più pressanti di aiuto da parte di una generazione dalla quale francamente non ci aspettavamo un'attenzione così viva. Un'età caratterizzata dalla nullafacenza, dal riposo e dalla dipendenza da pillole di vario genere, spesa quasi interamenente su una poltrona, fissi di fronte ad uno schermo sintonizzato su competizioni sportive: l'adolescenza.
Certo, il tempo passa, e il mondo cambia, e se le persone della mia generazione hanno usato il vasino fino ai 34 anni e hanno ingaggiato il mago coi palloncini al proprio matrimonio, al giorno d'oggi tutto sembra essere cambiato. Il mondo gira così veloce che non ha fatto poi tanto scandalo in Russia il cosiddetto "caso Matrioska", lì dove in un parto plurigemellare la sorellina è venuta alla luce in stato interessante. Si dice che il precoce fratellino, fuggito di soppiatto qualche giorno prima della sua nascita con la scusa di un aborto spontaneo, abbia trovato asilo politico e riparo dalle intemperie sotto lo zigomo destro di Mick Jagger.
Dedichiamo quindi il resto di questo intervento ad alcune tattiche da utilizzare nell'habitat naturale di questa generazione: la scuola.
Premessa n.1: Il vostro obiettivo si trova nella vostra stessa classe.
Voi non vi siete mai sentiti alla sua altezza, non potete competere con gli altri vostri compagni, loro sì, dei ragazzi con savoir faire. Sempre seduti al primo banco, prendono i voti migliori, non escono a ricreazione e i loro fisici sottili e il colorito candido e puntinato quasi smuovono anche il vostro interesse. Lei ama specchiarsi nei loro occhiali, e notate con una punta di invidia come li indica ridendo ogni volta che un rivolo di saliva abbandona le loro labbra socchiuse di fronte ad una spiegazione alla lavagna. Niente a che fare con l'idiota rossore che le invade le guance quando vede voi, o con i sorrisi ebeti che vi regala osservandovi con la testa reclinata in avanti. Il vostro sentimento vi strugge, e tutta questo disprezzo nei vostri confronti vi avvilisce. Non temete passerottini, perchè ci siamo noi.
Soluzione 1.1:
Presentatevi a scuola con un animale morto nello zaino, possibilmente di dimensioni considerevoli, meglio se trapassato da qualche giorno, e conseguentemente gonfio di gas. Attendete la ricreazione, cercando nelle prime ore di sviare l'attenzione dei vostri compagni dal contenuto della vostra borsa, il cui odore non mancherà di provocare qualche conato nei più sensibili. Durante le ricerche della causa di tale malodore, fate finta di nulla e picchiate sulla testa chiunque si avvicini. Qualora ciò dia vita ad una rissa, rimandate pazientemente tutto al giorno seguente. Appena suona la campanella, quando lei ancora non si è alzata dal banco, svuotateci sopra il contenuto dello zaino e repentinamente forategli il ventre con una matita proponendo alla ragazza con irrefrenabile euforia una divertente sfida: "Quanto ci butti che i vermi non hanno ancora invaso i polmoni?" (è una domanda a trabocchetto, è ovvio che i vermi gli hanno già invaso i polmoni, ma dimostrarsi fallibili le dimostrerà la vostra umanità). Fate sì che prima di perdere del tutto i sensi a causa del getto di gas che le ha investito il volto la ragazza vi dica a che ora potete passare a prenderla.
Soluzione 1.2:
Appena entrati in classe prendete il vostro banco e giratelo verso la parete di fondo, attaccandolo appena di fronte al suo. Ignorando i richiami dell'insegnante prima, dei bidelli poi, del preside dopo, della vigilanza in seguito e dei pompieri infine, fate in modo di non staccare mai i vostri occhi sbarrati dai suoi, nemmeno quando la cosa comincia ad impaurirla seriamente.
Premessa n.2: Il vostro obiettivo è l'insegnante.
La ragnatela di rughe sotto il suo collo, i suoi capelli corti radi e tendenti al violaceo, le vene vaircose che disegnano bassorilievi d'amore sui suoi polpacci che si interrompono bruscamente appena sopra due scarpine incredibilmente piccole e finemente ricamate d'oro, la sua abitudine a mangiare tramezzini uovo e salamella durante le interrogazioni, quelle volte che si interrompe improvvisamente per qualche secondo nel mezzo di una spiegazione e con espressione corrucciata getta lo sguardo nel vuoto, e in classe poco dopo si spande un odore simile a quello che otterreste nel caso seguiste la Soluzione 1.1. Sono queste le cose che vi fanno impazzire, che smuovono il vostro stomaco e lo sollevano fino alle nuvole. Ma la maturità, la differenza d'età, il fatto che siete troppo, troppo uguali, perchè anche a voi piacciono tanto i tramezzini con uovo e salamella, vi bloccano totalmente. Come fare?
Soluzione 2.1:
Scrivete "TI" sulla vostra palpebra destra, e "AMO" su quella sinistra, e poi sbattete le palpebre in continuazione. Una volta catturata la sua attenzione in questo modo, procedete mostrandole le vostre braccia spalancate, dove avete scritto, a partire dalla punta del medio della destra fino alla punta del medio della sinistra, "MAESTRA ALLATTAMI MA NON FARLO SENZA CHE GLI ALTRI CI GUARDANO STAVOLTA". Una volta che ormai le occhiate che vi lancia si sono intensificate, in termini di quantità e preoccupazione, alzatevi la maglietta e mostratele il vostro torso che avete interamente colorato con un pennarello nero lasciando solo la scritta "NON HO VERGOGNA DI NOI". A quel punto, passerottini, mentre vi appresterete a calare i vostri pantaloni nell'eccitazione generale, dovreste cadere a terra vittime di un avvelenamento da sostanze chimiche a causa dello spirito che avete sul corpo. Indovinate chi non abbandonerà mai il vostro capezzale?
Soluzione 2.2:
Proverbiale è la predilezione delle insegnanti per i felini. Comprate un costume da gatto, il più sexy che vi potete permettere, e durante tutta la lezione strusciatevi sulle sue gambe e marcatela con dell'urina.
10 regole terribilmente chic.
Certo, il tempo passa, e il mondo cambia, e se le persone della mia generazione hanno usato il vasino fino ai 34 anni e hanno ingaggiato il mago coi palloncini al proprio matrimonio, al giorno d'oggi tutto sembra essere cambiato. Il mondo gira così veloce che non ha fatto poi tanto scandalo in Russia il cosiddetto "caso Matrioska", lì dove in un parto plurigemellare la sorellina è venuta alla luce in stato interessante. Si dice che il precoce fratellino, fuggito di soppiatto qualche giorno prima della sua nascita con la scusa di un aborto spontaneo, abbia trovato asilo politico e riparo dalle intemperie sotto lo zigomo destro di Mick Jagger.
Dedichiamo quindi il resto di questo intervento ad alcune tattiche da utilizzare nell'habitat naturale di questa generazione: la scuola.
Premessa n.1: Il vostro obiettivo si trova nella vostra stessa classe.
Voi non vi siete mai sentiti alla sua altezza, non potete competere con gli altri vostri compagni, loro sì, dei ragazzi con savoir faire. Sempre seduti al primo banco, prendono i voti migliori, non escono a ricreazione e i loro fisici sottili e il colorito candido e puntinato quasi smuovono anche il vostro interesse. Lei ama specchiarsi nei loro occhiali, e notate con una punta di invidia come li indica ridendo ogni volta che un rivolo di saliva abbandona le loro labbra socchiuse di fronte ad una spiegazione alla lavagna. Niente a che fare con l'idiota rossore che le invade le guance quando vede voi, o con i sorrisi ebeti che vi regala osservandovi con la testa reclinata in avanti. Il vostro sentimento vi strugge, e tutta questo disprezzo nei vostri confronti vi avvilisce. Non temete passerottini, perchè ci siamo noi.
Soluzione 1.1:
Presentatevi a scuola con un animale morto nello zaino, possibilmente di dimensioni considerevoli, meglio se trapassato da qualche giorno, e conseguentemente gonfio di gas. Attendete la ricreazione, cercando nelle prime ore di sviare l'attenzione dei vostri compagni dal contenuto della vostra borsa, il cui odore non mancherà di provocare qualche conato nei più sensibili. Durante le ricerche della causa di tale malodore, fate finta di nulla e picchiate sulla testa chiunque si avvicini. Qualora ciò dia vita ad una rissa, rimandate pazientemente tutto al giorno seguente. Appena suona la campanella, quando lei ancora non si è alzata dal banco, svuotateci sopra il contenuto dello zaino e repentinamente forategli il ventre con una matita proponendo alla ragazza con irrefrenabile euforia una divertente sfida: "Quanto ci butti che i vermi non hanno ancora invaso i polmoni?" (è una domanda a trabocchetto, è ovvio che i vermi gli hanno già invaso i polmoni, ma dimostrarsi fallibili le dimostrerà la vostra umanità). Fate sì che prima di perdere del tutto i sensi a causa del getto di gas che le ha investito il volto la ragazza vi dica a che ora potete passare a prenderla.
Soluzione 1.2:
Appena entrati in classe prendete il vostro banco e giratelo verso la parete di fondo, attaccandolo appena di fronte al suo. Ignorando i richiami dell'insegnante prima, dei bidelli poi, del preside dopo, della vigilanza in seguito e dei pompieri infine, fate in modo di non staccare mai i vostri occhi sbarrati dai suoi, nemmeno quando la cosa comincia ad impaurirla seriamente.
Premessa n.2: Il vostro obiettivo è l'insegnante.
La ragnatela di rughe sotto il suo collo, i suoi capelli corti radi e tendenti al violaceo, le vene vaircose che disegnano bassorilievi d'amore sui suoi polpacci che si interrompono bruscamente appena sopra due scarpine incredibilmente piccole e finemente ricamate d'oro, la sua abitudine a mangiare tramezzini uovo e salamella durante le interrogazioni, quelle volte che si interrompe improvvisamente per qualche secondo nel mezzo di una spiegazione e con espressione corrucciata getta lo sguardo nel vuoto, e in classe poco dopo si spande un odore simile a quello che otterreste nel caso seguiste la Soluzione 1.1. Sono queste le cose che vi fanno impazzire, che smuovono il vostro stomaco e lo sollevano fino alle nuvole. Ma la maturità, la differenza d'età, il fatto che siete troppo, troppo uguali, perchè anche a voi piacciono tanto i tramezzini con uovo e salamella, vi bloccano totalmente. Come fare?
Soluzione 2.1:
Scrivete "TI" sulla vostra palpebra destra, e "AMO" su quella sinistra, e poi sbattete le palpebre in continuazione. Una volta catturata la sua attenzione in questo modo, procedete mostrandole le vostre braccia spalancate, dove avete scritto, a partire dalla punta del medio della destra fino alla punta del medio della sinistra, "MAESTRA ALLATTAMI MA NON FARLO SENZA CHE GLI ALTRI CI GUARDANO STAVOLTA". Una volta che ormai le occhiate che vi lancia si sono intensificate, in termini di quantità e preoccupazione, alzatevi la maglietta e mostratele il vostro torso che avete interamente colorato con un pennarello nero lasciando solo la scritta "NON HO VERGOGNA DI NOI". A quel punto, passerottini, mentre vi appresterete a calare i vostri pantaloni nell'eccitazione generale, dovreste cadere a terra vittime di un avvelenamento da sostanze chimiche a causa dello spirito che avete sul corpo. Indovinate chi non abbandonerà mai il vostro capezzale?
Soluzione 2.2:
Proverbiale è la predilezione delle insegnanti per i felini. Comprate un costume da gatto, il più sexy che vi potete permettere, e durante tutta la lezione strusciatevi sulle sue gambe e marcatela con dell'urina.
10 regole terribilmente chic.
- Dimenticarsi intenzionalmente di indossare alcunchè, tranne un marsupio di garfield, e fingere stupore (ma non imbarazzo) quando si è posti di fronte all'evidenza.
- Scandire ogni parola con un calcio all'inguine assestato ad un passante. Non procedere nel discorso finchè non si trova qualcuno da calciare.
- Alzare la mano per prendere parola anche quando siete solo in due a parlare, e poi non dire niente quando vi viene concessa.
- A tavola ogni cosa che può passare per il naso, deve farlo.
- Azzardare paragoni tra lutti recenti e dolci da pasticceria.
- Se si è calvi, sostenere con convinzione di avere capelli folti, ma trasparenti.
- Parlare sempre e solo dei Flintstones.
- Costruire una macchina volante a pedali, invitare la ragazza a fare un giro e schiantarsi su una scolaresca.
- Fingere di essere sull'orlo di uno sternuto per giorni e giorni.
- Cominciare ogni frase con "Se hai finito di dire cazzate, fammi dire che-"
martedì, gennaio 09, 2007
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