domenica, settembre 09, 2007

Nel precedente intervento vi abbiamo lasciato con una questione in sospeso. Durante questi mesi di pausa ci è stato possibile elaborare in una forma comprensibile e priva della parola "collotolissima" un testo che riuscisse a spiegare in maniera esauriente di cosa si occupa quello che è stato da noi battezzato..

IL PROGETTO GABBO
Il progetto gabbo è, come accennato nell'intervento precedente, un programma sperimentale di recupero ed assistenza a soggetti affetti dal morbo della timidezza. Una delle manifestazioni più comuni e devastanti di questo flagello della società è la difficoltà che i malati trovano nel sostenere lo sguardo altrui. Sempre nel precedente intervento abbiamo individuato alcuni palliativi a questo problema, tuttavia, per aggirare in maniera sicura e soddisfacente il nucleo della questione, è stato individuato un metodo infallibile:
il ventriloquismo.

cenni di storia del ventriloquismo
Il ventriloquismo fu, come per tante altre illuminanti scoperte scientifiche come l'acceleratore di particelle o il bagnoschiuma all'ananas, una scoperta del tutto casuale. All'inizio dell'800 il Dr. Rubens Asparago si trovava nel suo studio medico a domicilio (un'altra sua invenzione meno fortunata e della quale fu tra l'altro l'unico fruitore, che consisteva nel far trainare una struttura in muratura attrezzata per ogni emergenza medica da duecentosedici giumente), quando, proprio nel mezzo di un normalissimo esame della prostata, vide spirare dinanzi a sè il paziente. Pochi istanti dopo la macabra scoperta, la sua aiutante ed infermiera irruppe nello studio senza bussare. Racconta il Dr. Rubens nella sua celebre autobiografia "Come ho inventato il ventriloquismo - Ma anche lo studio medico a domicilio non era da buttare, dai" che fu una rezione immediata ed istintiva quella che lo spinse ad imitare la voce del paziente e, sfruttando la mascherina che celava le sue labbra, cominciare ad inveire nei confronti della giovane maleducata scuotendo il corpo esanime del poveretto.

Nel corso del secolo l'arte del ventriloquio si espanse ed affinò in maniera incredibile, soprattutto da quando, all'inizio del 900, si cominciarono ad usare pupazzi finti e non più cadaveri di pazienti con la prostata infiammata.
La storia di questa pratica, nemmeno a dirlo, è colma di sperimentazioni, strani racconti ed inaspettate rivelazioni a sfondo storico.

Per quanto ci riguarda, le testimonianze che abbiamo raccolto in fase di sperimentazione sono state tutte decisamente entusiaste, e proprio tramite queste siamo riusciti a giungere alla composizione di una sorta di "metodo" infallibile.

Punto uno: la presentazione.
Si arriva vicino alla preda con una valigia nella quale è riposto il nostro fedele pupazzo. Dato che per i soggetti timidi ogni tentativo di rompere il ghiaccio ha esiti per lo più patetici, è inutile incartarsi in strane presentazioni. La prima frase che dovrete rivolgerle è "ciao. ti voglio presentare un amico." Cercate di fare sì che rimanga sempre evidente chi tra di voi è il pupazzo (in foto, un evidente caso di confusione di ruoli).

Punto due: dialettica col sintetico.
Questo punto è molto delicato e decisamente quello in cui più variabili sono in gioco. Da quanto risulta dai rapporti della nostra equipe sul campo, 3 sono le tipologie più indicate di rapportazione con il vostro amico:
1 - Amicizia: un fruttuoso scambio di complimenti con il pupazzo non farà altro che esaltare a vicenda le vostre qualità. Potrete mettere in evidenza la sua lucentezza dopo la mano di cera che gli avete dato, mentre lui si soffermerà ad elogiare il vostro tocco delicato. Non esagerate in questo senso, o potrete incorrere nell'errore di Frederick Numa e del suo pupazzo, il Caporale Carl (in foto).
2 - Rivalità: mettetevi immediatamente in competizione con il vostro pupazzo, che cercherà di soffiarvi la ragazza da sotto il naso. In una escalation di offese personali potete anche ignorare l'immobilità delle vostre labbra quando a parlare è il pupazzo. Quando sarete arrivati ad urlare contro di lui offese che vi riguardano, la complessità della situazione e la vostra capacità di farvi valere all'interno di essa la colpiranno senza pietà.
3 - Eroismo: questa modalità presuppone che voi e la marionetta non vi presentiate come amici. Vi dovrete sedere, pupazzo già alla mano, su una sedia vicina a quella del vostro bersaglio. Facendo finta di niente, lo avvicinate lentamente a lei, emettendo borborigmi e mugugni da maniaco. A quel punto, dopo avergli fato allungare le mani un paio di volte sul decoltè della sua povera vittima, lanciateglielo addosso e subito scagliatevi a vostra volta sui loro corpi avvinghiarti, ingaggiando un'impietosa scazzottata con la marionetta. Inutile dire l'effetto devastante che questa pratica avrà sul suo equilibrio ormonale.

Punto tre: l'uscita di scena.
Una volta che il rapporto con lei sarà instaurato, è importante non uscire mai dal personaggio, anzi, prendete come serie offese le sue domande sul vostro presunto "pupazzo". Quando sarà il momento e avrete conquistato abbastanza familiartià con la preda, fatelo uscire di scena con la scusa di un impegno urgente (la telefonata di un parente in crisi respiratoria, dissenteria) e, dopo averlo riposto nella custodia, continuate la conversazione.

Inutile nascondere che, anche a causa della mutevolezza e della varietà dell'animo umano, ci siamo trovati più d'una volta di fronte a delle verie e proprie anomalie. Come quella del caso del signor Tobias Duk, che mentre parlava con la sua marionetta di fronte alla preda, da un paio di frasi buttate lì dal pupazzo ha scoperto di essere sieropositivo e di aver rimosso la cosa in seguito ad uno shock emotivo. O come quella di Fabius Dillinger che, evidentemente ancora non pronto a far uscire di scena il suo pupazzo, nella confusione e nell'imbarazzo ha chiuso se stesso nella custodia lasciando la marionetta sulla sedia e non ne è mai uscito in preda alla vergogna. In compenso però Tok-tok, il pupazzo, ha cominciato una fortunata storia d'amore con la ragazza che Fabius aveva adocchiato, e adesso vive con lei e la figlia nata dalla loro unione (foto).

Sentitevi liberi, come sempre, di raccontarci le vostre esperienze.
Al prossimo aggiornamento!

domenica, luglio 08, 2007

Spesso ostacolo al relazionarsi con esponenti interessanti dell'altro sesso non sono le più comuni patologie sociali, come la pulsione ad inserire in ogni frase la parola "mantelloporcello", o la difficoltà a rimanere più di 3 minuti senza fare una ruota nudi. A volte dinamiche subdole e inaspettate come la cosiddetta "timidezza" possono giocare un ruolo incredibilmente importante in questo gioco. Per chi non fosse familiare con il termine, riporto di seguito la definizione che del termine "timidezza" riporta il bestseller del prof. Giar Giglo "Glossario del Fallimento. Dalla A di A volte mi rendo conto che sei come un fratello per me alla Z di Zitto sta per cominciare la pubblicità":

Timidezza: Stato emotivo proprio di soggetti scientificamente definiti “sfigati”. Assolutamente incontrastabile e autorigenerante, in caso di tentativo di superamento della patologia da parte del soggetto affetto, lo farà risultare all'esterno spocchioso e incontrollato. Dopo un'iniziale ebbra quanto fittizia sensazione di rivalsa verso il mondo, questi si accorgerà che le sue mani sono diventate due totani umidi, e che le sue orecchie hanno ustionato parte del suo cuoio capelluto. In una questione di secondi da tale presa di coscienza verrà compromesso contemporaneamente il controllo dello sfintere e dell'esofago.

Muovendo i primi passi verso la risoluzione di tale problema, ci siamo imbattuti in una serie di stutture nate proprio in risposta a questo problema, che, a loro modo, fanno un grande e importantissimo lavoro, a livello sociale. (Nella foto qui a sinistra alcuni pazienti durante un'esercitazione di gruppo all'interno della clinica San Pudore, fondata dal visionario psicologo Travis Natica, nella foto sotto insieme a due suoi assistenti mentre spiega modi alternativi di esprimere il proprio amore per lo sport). Tuttavia tali organizzazioni si preoccupano del problema in un'ottica del tutto generica. Occuparci in tale sede di questa vera e propria piaga della moderna società inquadrandola in un contesto ben più ristretto come quello del corteggiamento ci sembra dunque obbligatorio.



5 tecniche di dissimulazione della timidezza:


  • Quando venite interpellati, per controllare il vostro primario impulso a farfugliare qualcosa che offenda chiunque in maniera involontaria quanto grave, stringetevi la lingua fra i denti fino a sentire il sapore salato e caldo del sangue. Estraniandovi completamente dal contesto, mentre gli altri vi guardano aspettando una vostra risposta, cominciate a fissare la ragazza. Un volta che il lasso di tempo socialmente accettato come “ci sta pensando” sarà ampiamente superato, contraete molto lentamente le labbra in un sorriso e fate scendere un rivolo di sangue dall'angolo della bocca.
  • Per celare il rossore che con assoluta certezza vi inonderà le gote durante una conversazione con la vostra preda, qualora il fondotinta sia colato via ad impreziosire la camicia di salmonici aloni, cercate di attirare altrove la sua attenzione. Mentre parlate raccogliete un sasso e tiratelo alle sue spalle facendo finta di nulla. Quando questo toccherà terra lanciate uno sguardo allarmato dietro di lei ed esclamate “L'hai sentito anche tu?”.
  • Al vostro primo appuntamento non presentatevi, ma lasciate al vostro posto un bigliettino con un indovinello che contiene un indizio su dove trovarvi. Nel posto indicato lasciate un altro bigliettino e così via, fino ad arrivare ad un biglietto che contiene solo offese pesantissime sui suoi cari. Osservate tutto dall'esterno mescolandovi tra la gente camuffato con un grembiule da chef. Ogni volta che lei sembra stare per riconoscervi, urlate “Un sgisgidefuagrà (mi raccomando che sia un nome inventato e ai limiti del verosimile) al tavolo 2!” e affrettate il passo.
  • Per nascondere il disagio che lei potrebbe facilmente leggere nel vostro sguardo, stropicciatevi vigorosamente gli occhi per l'intera durata del vostro incontro, anche mentre camminate per strada a suo fianco, mentre mangiate (senza mani, direttamente dal piatto), mentre guidate.
  • Per equiparare il suo stato di disagio al vostro, durante ogni minima pausa nel suo discorso, mormorate con aria sognante un nome di donna. Ad ogni richiesta di spiegazioni, rispondete con un'estemporanea imitazione di Elvis.
Al di là di questi intuitivi consigli più legati al buonsenso, in realtà, che a studi scientifici, abbiamo chiesto al nostro team di ricerca di teorizzare una tecnica che senza un eccessivo sforzo premettesse anche ai soggetti più timidi di riuscire a superare questa tremenda difficoltà. Dopo mesi di sperimentazione tenuta gelosamente segreta dall'equipe in questione, giusto una settimana fa ho trovato sulla mia scrivania un corposo fascicolo contenente ipotesi, teorie, sperimentazioni e testimonianze intorno a quello che è stato chiamato

IL PROGETTO GABBO

Partendo dai risultati di una serie di test condotti su soggetti cosiddetti “sfigati” si è giunti all'assunto che la timidezza è generata fondamentalmente dall'incapacità di sostenere l'attenzione, e quindi lo sguardo, di un'altra persona. Una sensazione di disagio e pochezza investe i soggetti che si ritrovano presto a farfugliare aneddoti umilianti che li riguardano o prodigarsi in critiche meschine. La soluzione al problema timidezza deve quindi necessariamente partire da questo elemento. E proprio perchè la soluzione più semplice spesso in questi casi è la risposta giusta, ci siamo posti la seguente domanda: cos'è che distoglie l'attenzione dal nostro sguardo durante una conversazione, e nello stesso tempo può consistere un intrigante elemento di intrattenimento? La risposta ci è parsa scontata.

Ma ne parleremo nel prossimo intervento.

In chiusura, la posta.

Anonimo ha mormorato con voce impastata...
Caro dottori
ie era un farfallina, ma no un farfallina fatta di ali e colori variopinti, ie era fatta de farine collograno duro, una di quelle che cuoce in 7 minuti al denta, poi se tu me voi moscia me coce pe otta, ma io non me frega, basta che tu non me lascia nel piatta... insomma ie te scrive perchè l'altro giorno nella credenze di ho visto une bello giovane di granodure, tutto gialle a righe simmetricissime... ho sapute che lui era uno certo Rigatono, che era pure famoso perchè si era schiantate su una magliette ed era rimasto li, o qualcosa del genera, non so qualcosa che fa sorrisa... insomma io me ere impastata per lui, ma stiamo in due confezioni diverse... come poteve ie fare per fare 4 salti in padella con lui?

io spero tu aiuta di me, io se no non sorrisa più.

farfallina

Cara farfallina, la questione che ci poni è alquanto, alquanto spinosa. Ho scelto la tua lettera tra le migliaia che arrivano ogni settimana in redazione da parte di lettrici scotte di lui, tutte colme di amorosa disperazione e di ormonali sconvolgimenti. Più e più volte i nostri esperti hanno studiato la situazione, sia mettendo mano ai documenti che riguardano il rigatono (attingendo anche al mercato nero delle bozze e dei fogli stracciati), sia cercando di contattarlo pesonalmente. Tutto quello che sono riusciti a fare è stato raggiungerlo al telefono per pochi secondi. Riporto di seguito la trascrizione della conversazione:

-suoni di digitazione del numero-
-primo squillo a vuoto-
-secondo squillo a vuoto-
-terzo squillo a vuoto, interrotto dal suono della cornetta sollevata-
Rigatono: "Prionte?"
Manuale Del Rimorchio: "Pronto, con chi parlo?"
R: "Ie Rigatono."
MDR: "Ah salve signor rigatono, finalmente riesco a parlarle!"
R: "Millanzana? Prionte? Esi tu? Pummarolo? Poteto tornare par faviore? Esi Pepperono?"
MDR: "Hem no veramente siamo del Manuale Del.."
R: "Oh.. no ese berdura, no ese ortagia? Alora abete de sbaliato numiero."
MDR: "Ma signor.."
-suono della cornetta agganciata-

L'insondabilità del soggetto ci ha posto fino ad ora dunque di fronte ad un muro invalicabile. Ci dispiace. Non appena avremo una qualche novità al riguardo vi contatteremo personalmente.

CnFenix ha urlato ad almeno 3 dei 4 venti...
Ma lol Rocca Reciproca è palesemente ispirato alla mia amatissima (si fa per dire eh...) Rocca Priora, detta pure la Montagna del Sapone, o anche "locu'ncima". Pretendo i diritti d'autore per l'ispirazione, o magari una maglietta gratis del Rigatono!
Caro CnFenix, sorvolando sulle assurde richieste di vestiario che avanzi (evidentemente sotto l'effetto di qualche droga in via di sperimentazione), neghiamo nel modo più assoluto che Rocca Reciproca sia ispirata ad una qualsivoglia località terza. Peraltro col tuo intervento hai dato vita ad un trascorso legale che ci accompagnerà tutta l'estate, dal momento dei roccareciprochesi hanno inviato varie lettere di protesta in redazione. Questo di persè non sarebbe tanto grave, non fosse che a rocca reciproca la posta non è ancora stata inventata e i messaggi vengono scritti e recapitati su missili cruiser (il che ha tra l'altro relegato tale popolazione nella più stretta delle isolazioni). Presto riceverai a casa una convocazione in tribunale. Spedita dal municipio di Rocca Reciproca.

Al prossimo aggiornamento, con la rivelazione del Progetto Gabbo.

mercoledì, maggio 09, 2007

Cominciamo l'intervento di quest'oggi con una missiva giuntaci il mese scorso in redazione tramite posta elettronica.

"Ciao, Manuale.
Sono Filobergo, un ragazzo di vent'anni, e abito a Rocca Reciproca, in provincia di Vicenda. Mi volevo innanzitutto complimentare con voi per i magnifici consigli che elargite su queste pagine. Ma non mi voglio dilungare in complimenti e strette di mano, e arrivo subito al punto. Sono grasso. Ma non grasso che dici vabbè è cicciottello. Sono tanto grasso che le mie mutande sono un paracadute.Tanto grasso che sul segno dell'elastico che mi lasciano vengono organizzati annualmente i mondiali di motocross. Sono tanto grasso che non mi serve lavorare, guadagno bene affittando a studenti erasmus le pieghe del mio adipe. Sono tanto grasso che se mi mettessero su una pila di materassi con in fondo un pisello, stenterei ad accorgermi della pila di materassi. Sono tanto grasso che il sarto incaricato di misurare la circonferenza del mio addome mi ha mandato una cartolina dicendo di aver rirovato i resti della spedizione precedente. Si era imbucata ad una festa erasmus. Insomma, non sono uno di quelli che si fa tanti problemi estetici, è che mi da noia avere un'atmosfera tutta mia. Ho provato vari dietologi, ma sapevano tutti di manzo e comunque non hanno alleviato la fame. Questo naturalmente, trovandoci noi in una società colma di pregiudizi e permeata da un senso estetico sinceramente deviato, mi provoca qualche problema relazionale con l'altro sesso. Quelle poche volte che sono riuscito a convincere una ragazza di essere un umano, ho ricevuto solo grida e acqua santa sul volto. Aiutatemi perchè sono stufo di andare al parco col mio maglione verde e aspettare che qualcuno mi apparecchi un picnic addosso per scambiare due parole.
Vostro, disperato, Filobergo."

Caro Filobergo, innanzitutto ti ringraziamo per i complimenti. Abbiamo apprezzato anche la foto che ci hai mandato in allegato alla tua email. Come facevi ad entrare in un'inquadratura prima di google earth? Per prima cosa ti indirizzo all'acquisto di un paio di testi fondamentali per la tua situazione. Il primo è "Rimanere se stessi conviene, se non altro per non dover rifare ogni volta tutta la trafila dei documenti" di Stan Gnaro, ricercatore dell'università di Frisbee. Il secondo è "L'autostima e altre parole che fanno rima con la parola "rima" ", di Gateau Mondieu, titolare della cattedra di semantica acrobatica in svariate università immaginarie. Come compendio a questi due libri poi è consigliata, per "persone" nella tua situazione, anche la fruizione del corso audiovisivo "Ogni volta che mangi il gelato Gesù si taglia le braccia col rasoio" uscito in fascicoli mensili con la rivista "Spranghe, benessere e ancora spranghe" ma reperibile anche nella sua interezza se ordinato alla casa editrice.
Ma certo non puoi aspettare di leggere tutte queste cose prima di "buttarti" (ti prego di non prendere alla lettera questa parola, ti ricordo che anche una minima variazione dell'orbita terrestre potrebbe significare la fine del genere umano). E allora ecco qui un pò di consigli facilmente attuabili.

5 utili consigli per soggetti sovrappeso:
  • Riempitevi le tasche di alimenti e di tanto in tanto mentre vi parla tiratene fuori uno ed assaporatelo, con aria un pò colpevole e nervosa. Poi porgetelo alla ragazza e chiedetele "un morso"? In caso di risposta affermativa infuriatevi e sudate.
  • Bevete tanta acqua e poi oscillate in continuazione, provocando il classico sciaquìo. Il suono della risacca la prioetterà con la mente in un'atmosfera romantica. Consigliato in modo particolare di sera, quando, dando alle fiamme la vostra (o la sua) capigliatura, l'effetto falò sulla spiaggia farà miracoli.
  • Soffiate forte col naso e non pulitevi, fissando con aria bramosa i suoi capelli.
  • Incastratevi nelle porte e piangete.
  • Legate stretto un laccio al vostro braccio sinistro e di fronte al suo stupore raccontatele che gli arti viola sono simbolo di fertilità in svariate culture.
Reene Biuste ha chiesto educatamente...
Possono essere utili al fine di approcciare un membro del gentil sesso "cotiledoni e pignatte" ?

La tua domanda è posta male. Credo che intendessi chiedere "Mascherarsi da mummia al bagno quando si è soli, inciampare nel tappetino della doccia e cadendo urtare il bidet con la fronte aiuta nelle dinamiche sociali?".
Nel qual caso la risposta è senza dubbio "catadiottro".

Vi lasciamo questa volta con l'annuncio di un libro in pubblicazione in questi giorni, del quale noi vorremmo essere grandi promotori.
Si tratta di "Enigmistica per chi maschera gravi handicap con vorticose giravolte". Qui di seguito ne riportiamo una piccola anticipazione.

Trova le 3 inesattezze storiche:

"Gay pride, 1921"

Soluzioni:
  1. L'auto sul fondo sta chiaramente superando il muro del suono. Tale pratica si è diffusa negli automobilisti solo nel 1967, quando sir Giongiongion di Nottingmagiche decise che era ora che qualcuno lo facesse.
  2. Nel 1921 c'era l'obbligo di portare un cappello e di affiancarsi per strada solo a persone con un cappello non troppo diverso dal proprio. Nella foto è chiaro che tale norma non è rispettata.
  3. Al centro della foto c'è un uomo che alza le mani al cielo. Tuttavia fu solo nel 1932 che l'essere umano prese coscienza che il suo corpo gli permetteva di farlo, quando Don Giuggiolo, sacerdote di sangue afrocinese e guardacaso padre putativo di sir Giongiongion, si trovò a dover cambiare due lampadine contemporaneamente.
Trova le 5 differenze e l'inesattezza storica:



Differenze:
  1. La seconda foto è più a destra
  2. La prima foto è più a sinistra
  3. La seconda foto è la prima ripetuta, la prima è la prima e basta
  4. La seconda foto è altra rispetto alla prima
  5. Nella seconda foto la capra è visibilmente più frustrata
Inesattezza storica:

Le capre non desiderano più mangiare dal lontano 1916, quando il fratello di Don Giuggiolo disse loro che ogni volta che mangiavano Gesù si tagliava le braccia con il rasoio.

Mi raccomando, non potete perderlo!

Al prossimo aggiornamento, passerotti!

mercoledì, marzo 14, 2007

Salve passerotti, cominciamo subito dedicando qui di seguito un po' di spazio alla posta.
Anonimo si è fermato nel bel mezzo di un rito voodoo per scrivere...
Messaggio di massima riservatezza, alla cortese attenzione del dott. Zumbi.
Protocollo 2567389/xyz/u986

- I dati contenuti in questa comunicazione non devono essere trasmessi all'esterno, pericolo per la sopravvivenza di Raffaella Carrà -

Gentile dottore ed illustri colleghi,
ho avuto il suo indirizzo dall'ente spaziale di ricerca M.O.T.E.S.C.O.P.R.O.L.U.N.I.V.E.R.S.O, le sue referenze mondialmente riconosciute, mi offrono certezza che lei potrà risolvere i miei problemi. Mi chiamo %%$"|!% (che per il vostro linguaggio terrestre suona tipo "Armando") e vengo dal pianeta Sirio. La mia missione è creare un ibrido tra la mia specie evolutissima e la vostra razza becera, per scopi protetti dal segreto militare. Ora, normalmente sul mio pianeta la riproduzione avviene così:

ci si alza alla prima luna di giove, si posa l'appendice iknea (che per voi corrisponde circa all'ugola) su un recettore di ormoni e dna, e il database collega ciascun individuo con il partner geneticamente ideale. Viene automaticamente prelevato il jukn (unico pelo posseduto situato sul naso, che ricresce all'istante dopo essere stato estirpato) e viene spedito in laboratorio dove, unito con quello del partner ideale, creerà il nuovo stupefacente individuo. Questa pratica consolidata da ere ed ere geologiche, capirà dottore, mi rende impreparato rispetto alle vostre arcaiche pratiche di corteggiamento terrestre, soprattutto tutte le donne a cui ho chiesto "hai uno jukn disponibile da congiungere con il mio", sono scappate via urlando per km e km.

In ultimo, vorrei un consiglio sull'abito terrestre che indosso ( capisce mi servo di un corpo umano per presentarmi, la vostra società ortodossa non concepisce la vista di tentacoli a pois senza rabbrividire). Ultimamente mi sono impossessato del corpo di Gigi Sabani, secondo lei è adatto?

Attendo vivamente una sua risposta, saluti da Sirio /"!$%% e come dite voi "il bagno è infondo a destra".

- messaggio tradotto da Reeny Biuster, codice jkl8945789/d
Caro anonimo, (o %%$"|!%, o Armando), la questione che tu poni è di un interesse estremo. Ti stupiresti se ti dimostrassi quanto è simile il vostro rituale di approccio e conseguente unione a scopo riproduttivo a quello che è stato il primo abbozzo del mio stesso metodo di rimorchio. Mi rendo conto che la mia professionalità non mi dovrebbe consentire digressioni di tipo personale, ma di seguito mi sento di riportarti un piccolo aneddoto che mi riguarda.

Mi trovavo nel centro di una grande città, non importa il nome, a metà degli anni '80. All'epoca ero un giovane scapestrato, disperato proprio come lo siete voi adesso, ma con una mente molto più programmatica e degli occhiali finti giganteschi a montatura gialla che sono riuscito a tenere su solo dopo essermi rotto il naso 3 volte. Tramite una rudimentale osservazione delle abitudini femminili (pensa, non possedevo nemmeno un microscopio al'epoca! Mi arrangiavo avvicinandomi lentamente alle ragazze con una lente d'ingrandimento camuffata da fucile di precisione, urlando poesie per confonderle) avevo capito immediatamente che nel rimorchio, come in alcune arti marziali, possono esistere vari "stili", ispirati magari al regno animale. Qui di seguito, non senza una certa emozione, riporto parte degli appunti di questa rudimentale seppur efficace teoria.

  1. La tartaruga: Se una persona che vi vede utilizzare questo stile vi dovesse descrivere, non userebbe il termine lento, ma estenuante. Sostenete con certezza disinvolta e perchè no, un pò di quella sana e pesante ambiguità, di possedere un valido rifugio sul retro della vostra persona, e agite di conseguenza. Ogni volta che lei vi rivolge la parola, alzate la maglietta sopra la vostra testa e rimanete così per qualche minuto, per riemergere poi lentamente e con grande circospezione. Se la invitate a prendere un caffè, ovunque siate, ditele "Accomodati!" semplicemente dandole le spalle e indicando con una certa insistenza la vostra schiena. Mentre lei, incantata dalla sicureza che le offrite, esiterà, urlate all'improvviso "CAZZO attenta al terzo gradino!" e poi imitate una persona che cade dalle scale, in una rocambolesca doppia interpretazione mimico-fonetica di lei che ruzzola e contemporaneamente di voi che le urlate NOOOO!.
  2. Il piccione: Fate scattare la testa avanti e indietro ad ogni passo, con veemenza inaudita tanto da rendere simile a un singulto ogni vostra parola. Mentre camminate fermatevi di tanto in tanto, e raccogliete ogni cicca di sigaretta che potete trovare a terra. Masticatela e poi sputatela, mentre lei vi parla.
  3. Il geco: Trovate un muro fresco, e dimostratele che il silenzio e l'immobilità sono imbarazzanti solo se si vuole che lo siano.
  4. Il Piloro: Dato che non siete sicuri se il piloro sia una valvola dello stomaco o un animale esotico dimostratevi pesantemente dubbiosi e assorti nei pensieri.
  5. Il Liocorno: Non presentatevi all'appuntamento.
Tornando al racconto, insomma, mi trovavo a vagare per questa città, colmo di belle speranze e bustine per il thè (un'altra mia vecchia tecnica, detta "Per fare il thè mi basta tanta saliva, se mi dai dieci minuti te lo dimostro", di cui vi parlerò forse, prima o poi), alla ricerca di qualche preda. Ero reduce fresco da un intervento di trapianto di capelli. Avevo trasferito gran parte della mia folta e lunga capigliatura all'interno del mio naso, il risultato erano due voluttuose trecce che mi sbattevano sul petto ad ogni passo. Al di là delle crisi respiratorie continue e delle epistassi incontrollabili la cosa faceva squagliare ogni passerotta incontrassi. Stava diventando quasi troppo facile approcciarle, e quel giorno avevo deciso di mettere fine a questa cosa tagliandomi le rinochiome. Ma come ogni cosa, andava fatto in grande stile. All'angolo di una strada vidi questa ragazza stupenda, aveva seni grandi e appuntiti come pannocchie ipertrofiche e un sorriso che a ben pensarci aveva anch'esso molto in comune con una pannocchia ipertrofica. Mi avvicinai e, saltellando come se stessi facendo jogging sul posto, le chiesi se volesse unire le sue trecce alle mie, come facevo sempre. Ridacchiando e chiedendo disperatamente aiuto ai passanti acconsentì, e non appena le nostre capigliature furono legate tirai fuori un paio di grandi forbici dalla tasca e fissandola con occhi sgranati e con la bocca spalancata nella vecchia tecnica dell' "urlo muto" tagliai il romantico cordone a partire dal mio naso. Vi lascio immaginare l'efficacia del tutto, dicendovi solo che spesso ancora oggi, più per nostalgia che altro, ricorro a questa tecnica con l'aiuto di speciali extensions.

Caro anonimo, (o %%$"|!%, o Armando), capirai dunque che non ha senso modificare la sovrastruttura rituale del tuo pianeta natale, quanto modificarla. Il segreto, come in ogni cosa nella vita, sta nell'adattamento, e nelle trecce del naso.

Anonimo tra un versetto satanico e l'altro ha detto...
Finocchi.
Grande anonimo! Hai risposto correttamente al'indovinello speciale che avevamo rivolto ai nostri lettori su carta sul numero di Dicembre, interamente dedicato ai parallelismi tra le scaglie di metallo arrugginito e quelle di tartufo, e come usare a vostro vantaggio tale somiglianza. Il quesito era "Una parola a caso, plurale possibilmante.". Il premio per aver risposto correttamente è un abbonamento annuale alla suddetta rivista e un complotto atto ad incastrarti. La polizia è stata avvisata del fatto che tieni in ostaggio sei bimbi peruviani e che ne hai già uccisi due. Se guardi con attenzione nel tuo frigorifero troverai un paio di teste con cappelli coloratissimi. Quindi, attento quando passi vicino alle finestre, poichè secondo loro possiedi un'arma nucleare e hanno ordine di far fuoco a vista. A presto!
Kabrakarta avvolto in una bandiera di sua invenzione ha detto...
Sono follemente innamorato della mia insegnante di Spinning Subacqueo ma non so come fare colpo su di lei.. Ho provato a farmi notare prima utilizzando un Supermotard invece della classica ciclette ma nulla..poi mi sono presentato vestito da ciclista con la maschera di Pantani ed una t-shirt con scritto "Dead" ma ancora niente..sembra che non mi voglia prendere in considerazione..

Aiutatemi vi prego perchè sono disperato e non so che brutti gesti potrei fare, tipo incendiarmi i nei o unendoli come fossero dei puntini numerati..

Un disperato Kabrakarta
Caro Kabrakarta, hai provato ad unire le cose? Forse i tuoi tentativi singolarmente non sono riusciti nell'intento, ma praticati contemporaneamente, sono quasi sicuro possano sortire l'effetto desiderato. E poi, come dico sempre a chi mi chiede consigli in questo senso, non sai quanto il trucco da zombie e un pò di automutilazione possa fare in certe occasioni!

Vi saluto caldamente, ricordandovi che in edicola da questo mese, dopo il grande successo degli allegati di approfondimento "Distinguere raccapriccio, suppliche e conati disperati in una normale conversazione. E' poi così necessario?" e "Scindere corpo e mente. Quando consiste reato?" comincia ad uscire con la nostra rivista la serie di allegati ispirati al mago di Oz e organizzata con la collaborazione incrociata di due associazioni che vantano una lunga storia di stretti rapporti: la A.M.C.R. (Associazione Macellai Che Risparmiano) e la C.C.S.S. (Custodi Cimitero Senza Scrupoli).

Nella prima uscita un cuore, nella seconda un cervello, e nella terza due testicoli.

A presto, passerotti!

domenica, marzo 04, 2007

Negli ultimi mesi è sorta nella nostra redazione una sorta di emergenza. Alla nostra casella postale sono arrivate richieste sempre più pressanti di aiuto da parte di una generazione dalla quale francamente non ci aspettavamo un'attenzione così viva. Un'età caratterizzata dalla nullafacenza, dal riposo e dalla dipendenza da pillole di vario genere, spesa quasi interamenente su una poltrona, fissi di fronte ad uno schermo sintonizzato su competizioni sportive: l'adolescenza.

Certo, il tempo passa, e il mondo cambia, e se le persone della mia generazione hanno usato il vasino fino ai 34 anni e hanno ingaggiato il mago coi palloncini al proprio matrimonio, al giorno d'oggi tutto sembra essere cambiato. Il mondo gira così veloce che non ha fatto poi tanto scandalo in Russia il cosiddetto "caso Matrioska", lì dove in un parto plurigemellare la sorellina è venuta alla luce in stato interessante. Si dice che il precoce fratellino, fuggito di soppiatto qualche giorno prima della sua nascita con la scusa di un aborto spontaneo, abbia trovato asilo politico e riparo dalle intemperie sotto lo zigomo destro di Mick Jagger.

Dedichiamo quindi il resto di questo intervento ad alcune tattiche da utilizzare nell'habitat naturale di questa generazione: la scuola.

Premessa n.1: Il vostro obiettivo si trova nella vostra stessa classe.
Voi non vi siete mai sentiti alla sua altezza, non potete competere con gli altri vostri compagni, loro sì, dei ragazzi con savoir faire. Sempre seduti al primo banco, prendono i voti migliori, non escono a ricreazione e i loro fisici sottili e il colorito candido e puntinato quasi smuovono anche il vostro interesse. Lei ama specchiarsi nei loro occhiali, e notate con una punta di invidia come li indica ridendo ogni volta che un rivolo di saliva abbandona le loro labbra socchiuse di fronte ad una spiegazione alla lavagna. Niente a che fare con l'idiota rossore che le invade le guance quando vede voi, o con i sorrisi ebeti che vi regala osservandovi con la testa reclinata in avanti. Il vostro sentimento vi strugge, e tutta questo disprezzo nei vostri confronti vi avvilisce. Non temete passerottini, perchè ci siamo noi.

Soluzione 1.1:
Presentatevi a scuola con un animale morto nello zaino, possibilmente di dimensioni considerevoli, meglio se trapassato da qualche giorno, e conseguentemente gonfio di gas. Attendete la ricreazione, cercando nelle prime ore di sviare l'attenzione dei vostri compagni dal contenuto della vostra borsa, il cui odore non mancherà di provocare qualche conato nei più sensibili. Durante le ricerche della causa di tale malodore, fate finta di nulla e picchiate sulla testa chiunque si avvicini. Qualora ciò dia vita ad una rissa, rimandate pazientemente tutto al giorno seguente. Appena suona la campanella, quando lei ancora non si è alzata dal banco, svuotateci sopra il contenuto dello zaino e repentinamente forategli il ventre con una matita proponendo alla ragazza con irrefrenabile euforia una divertente sfida: "Quanto ci butti che i vermi non hanno ancora invaso i polmoni?" (è una domanda a trabocchetto, è ovvio che i vermi gli hanno già invaso i polmoni, ma dimostrarsi fallibili le dimostrerà la vostra umanità). Fate sì che prima di perdere del tutto i sensi a causa del getto di gas che le ha investito il volto la ragazza vi dica a che ora potete passare a prenderla.

Soluzione 1.2:
Appena entrati in classe prendete il vostro banco e giratelo verso la parete di fondo, attaccandolo appena di fronte al suo. Ignorando i richiami dell'insegnante prima, dei bidelli poi, del preside dopo, della vigilanza in seguito e dei pompieri infine, fate in modo di non staccare mai i vostri occhi sbarrati dai suoi, nemmeno quando la cosa comincia ad impaurirla seriamente.


Premessa n.2: Il vostro obiettivo è l'insegnante.
La ragnatela di rughe sotto il suo collo, i suoi capelli corti radi e tendenti al violaceo, le vene vaircose che disegnano bassorilievi d'amore sui suoi polpacci che si interrompono bruscamente appena sopra due scarpine incredibilmente piccole e finemente ricamate d'oro, la sua abitudine a mangiare tramezzini uovo e salamella durante le interrogazioni, quelle volte che si interrompe improvvisamente per qualche secondo nel mezzo di una spiegazione e con espressione corrucciata getta lo sguardo nel vuoto, e in classe poco dopo si spande un odore simile a quello che otterreste nel caso seguiste la Soluzione 1.1. Sono queste le cose che vi fanno impazzire, che smuovono il vostro stomaco e lo sollevano fino alle nuvole. Ma la maturità, la differenza d'età, il fatto che siete troppo, troppo uguali, perchè anche a voi piacciono tanto i tramezzini con uovo e salamella, vi bloccano totalmente. Come fare?

Soluzione 2.1:
Scrivete "TI" sulla vostra palpebra destra, e "AMO" su quella sinistra, e poi sbattete le palpebre in continuazione. Una volta catturata la sua attenzione in questo modo, procedete mostrandole le vostre braccia spalancate, dove avete scritto, a partire dalla punta del medio della destra fino alla punta del medio della sinistra, "MAESTRA ALLATTAMI MA NON FARLO SENZA CHE GLI ALTRI CI GUARDANO STAVOLTA". Una volta che ormai le occhiate che vi lancia si sono intensificate, in termini di quantità e preoccupazione, alzatevi la maglietta e mostratele il vostro torso che avete interamente colorato con un pennarello nero lasciando solo la scritta "NON HO VERGOGNA DI NOI". A quel punto, passerottini, mentre vi appresterete a calare i vostri pantaloni nell'eccitazione generale, dovreste cadere a terra vittime di un avvelenamento da sostanze chimiche a causa dello spirito che avete sul corpo. Indovinate chi non abbandonerà mai il vostro capezzale?

Soluzione 2.2:
Proverbiale è la predilezione delle insegnanti per i felini. Comprate un costume da gatto, il più sexy che vi potete permettere, e durante tutta la lezione strusciatevi sulle sue gambe e marcatela con dell'urina.

10 regole terribilmente chic.
  1. Dimenticarsi intenzionalmente di indossare alcunchè, tranne un marsupio di garfield, e fingere stupore (ma non imbarazzo) quando si è posti di fronte all'evidenza.
  2. Scandire ogni parola con un calcio all'inguine assestato ad un passante. Non procedere nel discorso finchè non si trova qualcuno da calciare.
  3. Alzare la mano per prendere parola anche quando siete solo in due a parlare, e poi non dire niente quando vi viene concessa.
  4. A tavola ogni cosa che può passare per il naso, deve farlo.
  5. Azzardare paragoni tra lutti recenti e dolci da pasticceria.
  6. Se si è calvi, sostenere con convinzione di avere capelli folti, ma trasparenti.
  7. Parlare sempre e solo dei Flintstones.
  8. Costruire una macchina volante a pedali, invitare la ragazza a fare un giro e schiantarsi su una scolaresca.
  9. Fingere di essere sull'orlo di uno sternuto per giorni e giorni.
  10. Cominciare ogni frase con "Se hai finito di dire cazzate, fammi dire che-"
A presto, passerotti!

martedì, gennaio 09, 2007

Il problema di cui ci occuperemo oggi è in realtà uno degli argomenti posti alla nostra attenzione sin dall'inizio del nostro operato. Una equipe specializzata del nostro team si è occupata della questione, e in tre anni di lavoro è arrivata alle conclusioni che riporteremo di seguito.

Vi avvicinate al tavolo dove siede il vostro obiettivo, calciate forte una gamba della sua sedia sperando che si spezzi, ma in ogni caso la sua attenzione è vostra. Qui però accade qualcosa di inaspettato. Le sue parole non sono quelle che milioni di volte avete sentito rivolgervi da una ragazza, e che testimoniano l'istintivo acume psicologico femminile. Piuttosto vi trovate davanti il loro corrispettivo in un'altro idioma: "You've got serious problems".

Come relazionarsi ad una ragazza straniera.
La prima reazione alla scoperta è determinante. E la scelta migliore, come per qualsiasi situazione inaspettata, è farsi prendere dal panico più accecante. Il nostro specialista in reazioni di panico, Bernard Implosion (nella foto durante la sua famosa dimostrazione del '78 su "Come comportarsi durante un incendio quando tutto quello che avete è una bottiglia di materiale infiammabile"), nel suo dvd "Reazioni effettivamente esagerate di fronte ad una persona che dice di portare 41 di piede" dice: "Quello che tutti dovrebbero imparare sul panico è che ha molto in comune con i pallonc" e poi un camion sfonda la parete dello studio dove stava registrando troncando a metà lui e questo ardito parallelo. Tornando alla situazione in cui vi avevamo lasciati, vi trovate insomma davanti ad una ragazza che parla in una lingua diversa dalla vostra. Questi sono i passi che, se seguiti alla lettera, vi faranno valicare senza passaporto le frontiere del suo cuore straniero.
  • Per dimostrate di aver subito colto la difficoltà di comunicazione tirate fuori la lingua e , con gli occhi sgranati per mantenere viva la sua attenzione, carezzatela forsennatamente con due dita. L'operazione deve essere eseguita senza mai proferir parola, ma reclamando la sua attenzione con mugugni lamentosi. Quando la lingua inevitabilmente si seccherà, intingetela con un grande gesto di solidarietà internazionale nel drink della ragazza (se non sta bevendo nulla aumentate l'intensità dei lamenti finchè non capisce). Ripetete due o tre volte l'operazione da capo.
  • Cercate a quel punto di creare un ponte comunicativo tra voi e il vostro obiettivo. Qui i passerotti più ingenui si porranno il problema riguardo la conoscenza dela lingua in questione. Non c'è niente di più sbagliato. O forse sì, ma adesso comunque non mi viene in mente. Tre sono gli strumenti che avete in mano a questo punto: gesti, rumori e stereotipi.
  • Gesti: Il grande dizionario dei gesti (che potete comprare online all'indirizzo www.potetecomprarloquivolendosennòcomedicevamianonnav'arrangiate.com) può venire in vostro ausilio a questo punto. Alcuni esempi di seguito:


: Vorrei chiamarti nel cuore della notte ansimando il nome di qualche conduttore televisivo.




: Vorrei chiamarti ma la cornetta del mio telefono è rotta.





: Adoro Verlaine come autore, ma trovo che anche gli incidenti in galleria abbiano il loro fascino. E tu?





: Smetti di urlare e toglimi i vermi dal naso.





  • Rumori: Da sempre considerati una validissima alternativa alla comunicazione (ed in alcuni locali alla musica) i rumori potranno accompagnare le vostre gestualità o in alcuni casi sostituirvisi. Un rumore come "L'aeroplanino con la bocca"(fonet. "bbrrrrrrllllllllllllllllbrrr") le comunicherà il vostro amore per i viaggi, così come "La nave che parte" (fonet. "wooooOOOOO-twooooooOOOOO!"). Il "rumore stridente" (fonet. "wiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiihhh") sarà lì ad esprimerle ostinatamente il vostro fastidio nei confronti, magari, della sua invadente compagnia. Chicche come "L'autistico ripetitivo" (fonet. "eh! eh! eh! eh! eh! eh! eh!") vi accattiveranno infine la sua simpatia.
  • Stereotipi: Uno dei più grandi regali che la conoscenza approssimativa delle culture straniere ci ha fatto sono, per l'appunto, gli stereotipi. Qui vengono visti come un mezzo per arrivare al cuore della persona, stuzzicando in lei l'affetto verso la sua patria, che verrà da voi rievocata di volta in volta con azioni colme di rispettosa umiliazione. Se parlate con una ragazza tedesca fingetevi ubriachi e urlate parole senza senso ma con molte consonanti, con piglio militare e un braccio teso. Se parlate con una ragazza asiatica durante tutta l'interazione tendete con le mani i vostri zigomi emulando la forma dei loro occhi e sporgete i denti verso l'esterno (se questo impiego delle vostre mani rende difficoltosa la gestualità, piangete). Con una spagnola, mimate un ballo latino con una mano in aria e una sulla vita e scandite durante la conversazione numerosi "rrrrrrrrrrrrrrr!!arriba arribaaah!". E così via, spingete la vostra immaginazione fino ad arrivare a mimare burka con un tovagliolo o a colorare il vostro volto di nero indossando un gonnellino di banane.
  • A questo punto la ragazza è stata ipnotizzata dal vostro charme e colpita dal vostro carisma, sebbene voi non abbiate proferito una sola parola degna di questo nome in sua presenza. Di qui in seguito lasciamo a voi passerotti e al vostro savoir faire acquisito nel tempo la scelta sul da farsi. Vi ricordiamo solo che non importa la nazionalità del vostro obiettivo, perchè in fondo, nel mondo, c'è una lingua che tutti dovrebbero conoscere, sopra e sotto l'equatore, a qualsiasi latitudine o longitudine, con qualsiasi fuso orario: la lingua chiamata Bistaglio. Purtroppo però in effetti la parliamo solo io e mio cugino, che l'abbiamo inventata da piccoli.
In appendice alleghiamo la toccante lettera di un passerotto che ci ha scritto spesso in questo ultimo mese e che noi abbiamo aiutato.

"Salve, specialisti del Manuale.
Questa che vi scrivo è, probabilmente, l'ultima missiva che riceverete da me e da mio fratello. Entrambi vi vorremmo esprimere i nostri più sentiti ringraziamenti. Ci avete tolto da un binario che certamente ci avrebbe condotti all'autodistruzione. Per chi non conoscesse la nostra situazione, siamo due fratelli gemelli che vivono in due case esattamente simmetriche divise
soltanto da un sottile vetro. Abitiamo in questa casa dalla nascita, abbiamo provato a traslocare ma non ci siamo mai ritrovati in nessun altro posto. Da sempre abbiamo vissuto una forsennata rivalità in qualsiasi cosa, ma soprattutto in amore. Appena uno di noi portava a casa una conquista, l'altro si sbrigava ad imitarlo portando a casa una ragazza tra l'altro del tutto somigliante alla prima. Col risultato che ogni volta durante i nostri furiosi litigi al riguardo entrambe le ragazze contemporaneamente si precipitavano sconvolte fuori dall'uscio. Ah! Sapeste le volte che ci siamo maledetti a vicenda, e tolti la parola e lo sguardo per mesi interi. Salvo poi decidersi a fare le scuse all'altro.. e sempre nello stesso istante! Così che ogni volta, senza bisogno di molte parole, finiva tutto in una risata. Ma quanto penare, nel frattempo! Così tempo fa ci trovammo entrambi con una copia del Manuale Del Rimorchio in mano, e dopo averlo letto decidemmo di appellarci a voi ed alla vostra infinita mole di conoscenze per risolvere i nostri problemi. Lunghe sessioni individuali con i vostri psicologi hanno alfine portato a galla la verità che da sempre cercavamo di affogare in gelosia e rivalità. Cari amici del Manuale, io e mio fratello in Aprile ci uniremo nel sacro vincolo del matrimonio, ci trasferiremo in due case più spaziose e con più finestre, e vivremo finalmente l'amore che ci ha da sempre unito e che noi tenevamo nascosto a noi stessi. Siete tutti invitati alla celebrazione!
Ancora grazie per averci donato la felicità,
John Ford
John Ford II"








I due fratelli in una foto recente.